venerdì 5 dicembre 2008

Eremospato


Nacque in quei giorni un bambino. Sano, robusto. Ma una cosa in particolare colpì tutti al momento della sua nascita. Quando il medico lo indusse a respirare, non pianse…ma emise un breve, rapido sospiro.

Subito questo fatto fu preso con preoccupazione dai genitori, ma i medici li rassicurarono dicendo che era tutto in ordine, dagli esami risulta che il bambino è sano.

Lo chiamarono Eremospato.

Eremospato cresceva sano e forte, come tutti i bambini neonati. Ma la madre notò subito un fatto particolare. Non piangeva mai. Mai. In nessun caso.

Passarono gli anni e Eremospato divenne un ragazzo che non aveva mai provato una emozione. Non ci riusciva. Era vuoto. Né amore, né dolore, né curiosità lo sfiorarono mai.

Capitò in quei tempi che per una strana legge i ragazzi dell’età di Eremospato dovessero frequentare un istituto di cultura che all’epoca chiamavano scuola. E Eremospato non ne fu esente.

Crebbe e crebbe in cultura e salute finchè non successe un qualcosa che scostò leggermente la sua abulica vita dalla retta prevista.

Aveva oramai raggiunto la maggiore età che una ragazza si prese una cotta per il nostro Eremospato. Lui non né fu colpito…gli scivolò addosso come tutto in quella sua vita priva di emozioni. Era una pietra di fiume. La ragazza vedeva che c’era qualcosa che non andava. Che lui era strano. E fu forse per questo che lei si innamorò ancora di più di lui. Un giorno lui le disse, senza intonazione:

“Cosa perdi a fare il tempo con me? Io non posso provare emozioni. Mai ricambierò quello che tu provi per me. Ci sono tanti ragazzi che sbavano per te e tu ti perdi dietro a un sogno?”

Lei non rispose. Si limitò semplicemente a guardarlo…occhi negli occhi…luce lei, ombra lui.

E un giorno che lei gli era stata più vicina del solito, sentì un moto prenderlo dalle viscere salire fino alla testa. Sentì le mani prudere e le parole gli uscirono da sole dalla bocca.

Amore – direte voi-? No…rabbia. Rabbia infinita. Rabbia perché non capiva. Non capiva come la ragazza potesse amarlo senza essere ricambiata. Rabbia…solo rabbia. Diede sfogo alle mani pruriginose, ruppe il sentimento contro tutto ciò che lo circondava, pianse lacrime vecchie di anni, vecchie di storie andate. Ruppe il silenzio dentro di sé con un fragoroso urlo.

Poi…più nulla. Silenzio in lui. Silenzio intorno. Tutto tornò come prima. Non riuscì più a provare un emozione in vita sua. Né curiosità, né dolore, né amore lo sfiorarono mai.

Solo rabbia riuscì a provare, in un lontano giorno d’autunno di secoli fa.

Solo rabbia…il più umano dei sentimenti.

giovedì 4 dicembre 2008

La pazzia di Orlando



L'impetuosa doglia entro rimase,
e volea tutta uscir con troppa fretta.
Così veggiàn restar l'acqua nel vase,
che largo il ventre e la bocca abbia stretta;
che nel voltar che si fa in su la base,
l'umor che vorria uscir, tanto s'affretta,
e ne l'angusta via tanto s'intrica,
ch'a goccia a goccia fuore esce a fatica.

domenica 23 novembre 2008

Notturna


La finestra  si spalanca

Un soffio di vento gelido invade la stanza e le mie ossa. La Luna calante illumina fiocamente gli appunti dimenticati sul tavolino.

“Ah…sei tu. Era un po’ che non tornavi a trovarmi”

Lei si siede sul letto dove io dormivo. Mi posa la sua mano evanescente sulla testa e lentamente fa filtrare le sue dita tra i miei capelli. Un brivido di non so bene cosa attraversa tutta la schiena. Pelle d’oca. Non è un brivido di freddo…o meglio, non solo di freddo.

Non sono nemmeno più stupito di vederla, bianca e bella, i biondi capelli selvaggi che si muovono nell’aria, il lungo vestito chiaro che svolazza attorno alle sue gambe, disegnandole fianchi da sogno…affascinante come poche cose al mondo ma non sempre gradita. Non sono nemmeno più stupito di vederla lì, sul mio letto che soffia sul cuore in riposo.

“Come mai sei qui”

“Lo sai benissimo. C’è qualcosa che ti turba, che non ti fa stare sereno.”

Ha ragione. Cazzo…non sono proprio sereno. Tante cose per la testa. Gli esami, le…

“No…non mentirmi. Sai che non sto parlando di queste cose. Questi non sono problemi.”

-Cazzo…avevo dimenticato sapesse leggermi nella mente…-

“E smetti di dire cazzo”

-Cazz…-

Lo so benissimo perché è lì…non serve fare finta di niente…non serve mentire.

Le dovrei parlare…

Ha ragione…altre sono le cose che mi passano in testa in questo momento…

Due sono le cose che mi passano per la testa in questo momento…

“Ma che devo fare???”

E in quel momento si alza dal letto. Fa un giretto nella stanza, sfoglia gli appunti dimenticati sul tavolino e sfiora un qualcosa che non riesco a scorgere a causa della poca fioca luce nella stanza.

E poi, in un attimo, se ne va. Così com’è venuta…in un soffio di vento. Lasciandomi però ancora con i brividi e col vento nelle ossa.

-Cos’avrà toccato sul mio tavolino…-

Una foto…una foto che mi hanno portato oggi…

La soluzione secondo lei…

giovedì 13 novembre 2008

Empatia


Escher. Un modo per darti altri compiti per casa e ringraziarti. Non è molto ma è quello che per ora posso darti. Accettalo per quel poco che è…
Quello che hai detto e fatto ieri l’ho sentito veramente. So che sembra retorica, ma veramente non riesco a trovare le parole per ringraziarti. Sai essermi vicina quando ne ho bisogno e sai cazziarmi quando è necessario. Provi a rispondermi per le rime quando io ti piglio in giro, pur sapendo che non potrai mai vincere contro di me. E sei addirittura disposta a “prestarmi le ali così ricordo come si fa a volare”…
Apprezzo veramente tanto tutto quello che fai per me.

Grazie

martedì 11 novembre 2008

Piacevolmente confuso


Sai, sono strani giorni. Giorni in cui mi chiedo, senza trovare una risposta, cosa succederà. Cosa sarà di quello che mi porto dentro. Di quello che vorrei dire e non oso dire…o forse non sono capace di dire. O più semplicemente credo di dover dire.

Sono strani giorni in cui mi sento piacevolmente confuso. Giorni ovattati. Giorni in cui il cielo ha qualche cosa di infernale. Giorni in cui credo di poter volare, ma poi mi rendo conto che devo restituire le ali prese in affitto. Breve estasi di un momento.

Sono strani giorni in cui sembra di essere caduto in un baratro senza fine. Giorni in cui troppo ho osato e le ali sciolto. E precipito roteando verso l’inevitabile suolo.

Sono strani giorni in cui tutto questo si mescola e si esprime. Giorni di altalena.

Sono strani giorni in cui vorrei tanto tornare a quei tempi, quando bastava un’altalena con le catene arrugginite per farti divertire. E gridare: “Più in alto, papà! Più in alto!”

Ora altra è l’altalena e altri sono i gridi che escono dalla bocca lacerata. E non so se voglio andare più su o scendere.

Sono strani giorni.

Proprio strani.

martedì 4 novembre 2008

Novembre


Cala Novembre e le inquietanti nebbie gravi coprono gli orti,
lungo i giardini consacrati al pianto si festeggiano i morti, si festeggiano i morti...
Cade la pioggia ed il tuo viso bagna di gocce di rugiada
te pure, un giorno, cambierà la sorte in fango della strada, in fango della strada...

Detta così sembra che Novembre sia un mese orrendo…una mese triste.
Dove la malinconia dell’andato si ripresenti come un’immagine nitida e viva nella nebbia che ti avvolge, dove il ricordo del caro defunto sia angoscia che ti prende da dentro e non te la lavi via nemmeno con l’acido muriatico.

Invece non è così. Novembre è un mese stupendo, dove ognuno di noi si confronta con i ricordi dei propri cari, un’occasione per rincontrarli e parlarci di nuovo, in modo più surreale e vero. Dove non abbiamo più bisogno di mentire o di fingere con il nostro interlocutore, che tanto non ne abbiamo bisogno…e se ne accorgerebbe…
Novembre è un modo per ricordare chi ci è stato vicino.

Novembre è luci, colori, sapori, odori unici.
Novembre sono i lampioni dei viali che si accendono già alle cinque del pomeriggio, e iniziano ad avvisarti che tra un po’ è Natale. È il preludio di una magia, ed è magia Novembre stesso.
Novembre è il giallo delle ultime foglie che cadono, il bianco della prima neve, il nero del cielo notturno, i colori rapidi ed evanescenti del fuoco nel camino.
Novembre è il sapore del vino nuovo e novello, accompagnato dalle castagne.
Novembre è l’odore di casa. Di quella casa dove sei nato e cresciuto. Del camino attorno a cui la sera, dopo cena, ti riunisci con i tuoi per cuocere e mangiare le castagne. Con le poltrone rivolte verso il fuoco, verso il caldo buono. Novembre sono gli scherzi tra fratelli, tra genitori, tra gente che si conosce da una vita e, pur non essendosi scelti, si ama.
Novembre per me vuol dire famiglia, amici, festa.

Questo è il mio Novembre, il mio mese.

giovedì 30 ottobre 2008

Invettiva


Premessa

Finalmente il mio periodo di mutismo volontario è finito. Ed ora dirò tutto quello che ho trattenuto dentro in questo mese di protesta e sconvolgimenti. La mia invettiva sarà talmente ampia da poterla definire smisurata, ed è talmente smisurata che rimarrà sicuramente inascoltata. Inizierò spiegando un termine che ultimamente tutti usiamo ma che magari non tutti sanno di preciso cosa voglia dire. E cercherò di farlo nel modo più semplice possibile.

Capitolo 1: Un Decreto legge (d.l.)

Un decreto legge è un atto con forza di legge che può essere adottato dal Governo “in casi straordinari di necessità ed urgenza” (Costituzione italiana, art. 77).
In pratica il decreto legge serve per delegittimare il Parlamento del proprio potere legislativo, anche se per un periodo limitato (60 gg.). Il d.l. entra in vigore immediatamente, il giorno stesso della sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Tuttavia, se non viene convertito in legge dal Parlamento entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione, decade retroattivamente (ex tunc): è come se non fosse mai esistito. Ma le Camere possono con legge, regolare i rapporti giuridici sorti sulla base del decreto non convertito (c.d. legge di sanatoria).
A tal fine, il governo, il giorno stesso dell'adozione, deve presentare il d.l. alle Camere per la conversione in legge, che avviene con la presentazione di un disegno di legge di iniziativa governativa (come tale va autorizzato dal Presidente della Repubblica). La sussitenza dei presupposti (casi straordinari di necessità ed urgenza) è rimessa alla valutazione discrezionale dallo stesso Governo, che peraltro ne assume la responsabilità. Tuttavia la Corte Costituzionale ammette la possibilità di dichiarare l'illegittimità costituzionale dei d.l. adottati in evidente carenza dei presupposti medesimi.
In poche parole…l’unica speranza di veder decadere un d.l. è la Corte Costituzionale.

Capitolo 2: IL Decreto legge

Del d.l. 133 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”) si è detto praticamente tutto…
Quindi proverò a riassumerne i tratti principali in pochi punti. Innanzi tutto con questo d.l. ci sarà il blocco del così detto “turn over”; ovvero per 5 professori in Italia che andranno in pensione se ne assumerà uno soltanto. Questo non solo causerà la c
hiusura di alcuni corsi, ma impedirà anche di la possibilità di mantenere alta la qualità della didattica. E questo è solo l’inizio, in quanto impedirà il ricambio generazionale nell’insegnamento, precludendo a un’intera generazione la carriera universitaria, e causando di concerto l’aumento della precarietà.
Il nostro astutissimo Governo ha però trovato una soluzione direi geniale a questo problema: l’affidamento delle università pubbliche a fondazioni private. Questo cosa vuol dire? Vuol dire università private.
Detta così uno dice…embè??? Embè università privata significa ricerca privata, e quindi la limitazione della ricerca ai soli campi produttivi nell’immediato ed economicamente di rilievo. Quindi scomparirà la così detta “ricerca pura” senza la quale non avremmo molti degli strumenti diventati basilari per noi occidentali.
Un esempio? Einstein prese il nobel per i suoi studi sulla spiegazione dell’effetto fotoelettrico. Questo studio non ebbe riscontri pratici per decenni, ma è grazie a questo effetto che noi adesso abbiamo le moderne tecnologie (come ad esempio televisori, computer, ecc). Privatizzando le università non si fa altro che abolire la ricerca pura.
Università privata significa anche maggiori costi per le iscrizioni agli atenei, e quindi solo in pochi potranno permettersi di fare l’università… È da quando ho iniziato a scrivere questo post che mi sto trattenendo dallo scrivere la parola “classe”…ma è proprio quello che succederà…solo la “classe” più abbiente potrà permettersi di iscrivere i propri figli all’università. Facendo rimanere noi altri comuni mortali nell’ignoranza. Non basteranno più i sacrifici che i nostri genitori fanno per mantenerci…dovremmo dar via anche il culo!!! Come ha detto la Littizzetto qualche giorno fa: “Ricordate le 3 i della Moratti? Inglese, internet e impresa…adesso c’è la quarta: in culo!”
Il termine “privato” non vi ricorda niente? Se vi sforzate un attimo ricorderete sicuramente che qualche anno fa ci sono state proteste per motivi molto simili…gli incentivi da parte della stato alle scuole private e i tagli di fondi alla scuola pubblica. Con questo decreto hanno finito il lavoro di privatizzare l’istruzione italiana.
Questo fatto insieme ad altri molti accaduti negli ultimi tempi (tra cui le parole del nostro Capo del Governo che in un intervista definì il Consiglio dei Ministri come un Consiglio di amministrazione) mi fanno sempre più pensare che stanno trasformando lo Stato-Italia nell’Azienda-Italia.

Ricordiamoci però che lo Stato siamo noi!!!

Capitolo 3: Napolitano, Cossiga e altri racconti

Le scuole e le università di tutta Italia sono occupate, la protesta scende nelle piazze e nelle strade. Ci sono reazioni diverse (come è normale che sia) per quello che sta succedendo. Ecco secondo me 2 esempi di interventi sbagliati.
Il primo è quello di Napolitano…è la prima volta che mi trovo a dire cose contro il nostro Presidente della Repubblica. In un’intervista ha detto che lui non può schierarsi né dalla parte del governo né dalla parte degli studenti. E secondo me questo è sbagliato. Lui dovrebbe schierarsi, dovrebbe dire chi sta sbagliando e chi no. Ci sono due blocchi nettamente contrapposti: da una parte un governo che vuole promulgare una legge e dall’altra una buona parte della popolazione che non la vuole questa legge. Dico buona parte perché non so le cifre esatte del movimento di protesta (e penso che nessuno le saprà mai…). Ciò che è certo è che questa riforma è riuscita ad unire contro il Governo studenti, genitori, insegnanti, presidi e rettori…il che non è male…ma secondo il governo siamo solo una minoranza da scacciare dalle aule con la forza…
Il secondo è quello di Cossiga, ex presidente della repubblica e senatore a vita. Ho letto una sua intervista che è praticamente impossibile da sintetizzare…si perderebbe tutto il senso e il gusto delle parole esatte dette da lui. Quindi vi riporto l’intervista (in corsivo l’intervistatore e virgolettato Cossiga).

Presidente Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?

«Dipende, se ritiene d’essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l’Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c’è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».

Quali fatti dovrebbero seguire?

«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno».

Ossia?

«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

Gli universitari, invece?

«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che?

«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...

«Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti?

«Soprattutto i docenti».

Presidente, il suo è un paradosso, no?

«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.

«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio».

Quale incendio?

«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università.

E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

E` dunque possibile che la storia si ripeta?

«Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».

Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.

«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...

«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all’inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

E non c’è bisogno di commento…

Premessa al capitolo 4

Prima di iniziare questo capitolo c’è bisogno di una premessa.
Questo capitolo è una critica di quello che ha scritto e detto Matteo (mi hai chiesto tu la mia opinione Mattè). Non farei mai una critica a lui se non gli volessi bene…quindi Mattè…prendila nel verso migliore.

Mattè
Ti voglio bè.

Capitolo 4: Roccarinica

Tu hai detto che manifestare è sciocco e inutile. Che se si trova una legge ingiusta semplicemente non la si rispetta. Ma secondo me questa è una visione al quanto infantile del diritto e del dovere di un cittadino. Non rispettando la legge applichi una sorta di protesta silente…è vero. Ma essendo silente non verrà mai e poi mai ascoltata. Non dico che alzando la voce verremo ascoltati, ma che ci sono maggiori probabilità. Come si dice…se non ci si prova, le probabilità scendono a 0.
E poi su questa legge non c’è la possibilità di non rispettarla…semplicemente la subiremo, in quanto non è una legge per noi comuni cittadini, ma una riforma del sistema scolastico…
In secondo luogo tu mi hai definito un “comunista felice in quanto non pensa ma segue i dettami dall’alto”. Da come ti ho risposto l’altra volta (“Mattè…ma vaffanculo!”) avrai sicuramente capito che me la sono presa un pochino. Ora…immagino che tu stessi scherzando (dato che mi hai inserito a metà del discorso e che la prima parte non l’ho potuta ascoltare visto che ero in doccia), ma ci sono cose che danno molto fastidio…quindi ti invito a pesare meglio le parole, soprattutto con persone che conosci, ma non conosci così a fondo da sapere come la pensa su certi argomenti…
Infine veniamo al commento al tuo post contro Che Guevara e pro Garibaldi.

Tu hai definito Che Guevara “Un vigliacco che usava altre persone.” L’hai definito più volte assassino. Però ammiri Garibaldi. Lui invece ha fatto l’Italia con la penna?
Forse che Garibaldi ha riunito i vari capi di stato e gli ha detto: “Signori, uniamoci e facciamo l’Italia”? Non mi pare…mi pare abbia detto: ”Qui si fa l’Italia o si muore”
Si muore…capito?
Mi pare che anche lui abbia riunito attorno a se dei soldati per unire l’Italia…aspetta…com’è che si chiamava…ah sì…la “Spedizione dei mille”…non si chiamava di certo la “spedizione delle cartoline”…

Quindi…il mio ragionamento non è del tipo “hai torto” o “hai ragione”…il mio ragionamento serve per farti capire che come odi Che Guevara, dovresti odiare Garibaldi…ah certo…Garibaldi ha fatto l’Italia…gran capolavoro!!!
Dovresti odiare non solo Garibaldi, ma anche tutti i patrioti internazionali…inizio l’elenco?
Ma sì: Zapata, Pancho Villa, Sub-comandante Marcos, la resistenza spagnola contro Franco, i partigiani italiani, Simòn Bolivar, le varie rivoluzioni (perché come disse Mao: “La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria,non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La rivoluzione è un atto di violenza”), compresa quella americana e di conseguenza Washington. E la finisco qui per non allungare troppo il discorso.
Il succo è: secondo il tuo ragionamento tutti i patrioti sono assassini…e come tali vanno schifati. Garibaldi no…Garibaldi è diverso perché ha fatto l’Italia.

Io in questo post non sto denigrando Garibaldi…lungi da me!!! Sto solo cercando di farti capire che ogni tanto ti contraddici, secondo il mio modesto punto di vista.

Epilogo

Come epilogo ho pensato di mettervi un testo di Battiato: “Povera patria”

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene
quello che fanno; e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Si può sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.

venerdì 26 settembre 2008

Laudate hominem


Ci sono riuscito finalmente...anche io ho preso un trenta e lode nella mia carriera universitaria...ora alla collezione mancano solo il 19 e il 21...e non è che ci tenga molto a prenderli...
Alla facciaccia vostra letterati dell'università fiorentina...che sfornate 30 e lode come fossero noccioline...eheh
E per di più mia madre mi ci ha pure cazziato sopra..."vedi che se studi i risultati vengono...vedi che bla bla bla"...naturalmente scherzava...vabbè che è un membro dei Kiss...ma non è così cattiva come la dipingo...
Bòn...ora me ne vado a dormicchiare...penso di essermelo meritato...
A presto

martedì 23 settembre 2008

The tell-tale heart revisited



Tu sai. Tu sai benissimo. Mi stai nascondendo la verità. La ometti. Eviti di parlarne.

Bum Bum

Ma sai benissimo che io sospetto..sospetto qualcosa…sospetto di te.

Bum Bum

Smetti di mentire. Dillo! Dillo apertamente. Tanto sai che lo scoprirò da solo.

Bum Bum

Ti tradirai. Farai un passo falso. E io sarò lì a toglierti la tua maschera di ipocrisia e menzogna. Sarò lì a godermi il successo. Sarò lì a toglierti quel sorriso ebete e fastidioso dalla faccia. Sarò lì a mangiarti pezzo per pezzo il cuore...ancora sanguinante delle tue passioni...vere e false. Sarò lì ad assaporarne il gusto, masticando piano, gustandomi ogni momento ed ogni sapore, con quel retrogusto amarognolo dovuto alle tue falsità.

Bum Bum…Bum Bum

Quindi…smetti di mentire. E parla. Sai benissimo che io so…mi manca solo un piccolo particolare per poterti incastrare. Per poterti distruggere.

Bum Bum…Bum Bum…Bubum Bubum

PARLA!

venerdì 19 settembre 2008

Pioggia


Pioggia
Una doccia purificatrice
Che dà sollievo alle ossa
Della terra
Che rinfresca le
Dolci
Amare fronde
Del nostro vivere
Quotidiano

Pioggia
Che lava le strade
Impolverate
Dai nostri pensieri
Tristi
Felici

Pioggia
Che spruzza acqua
Pura
Sul tuo viso
Puro
Sui tuoi capelli
Profumati
Sulla tua persona
Tutta
Stupenda
Meraviglia della natura
Con le fronde
Pesanti
Leggere
Dell’acqua caduta
Dal fondo dei tuoi sogni
Da un cielo
Grigio
Bianco
Candido della tua purezza

Pioggia
Che dà sollievo
Ai nostri giorni
Che rinverdisce i nostri
Ricordi
Passati
Futuri

Piove
Governo ladro

giovedì 18 settembre 2008

Tradimento


Troppo spesso mi si accusa di non aggiornare il blog…anche adesso che lo sto modificando…
Quindi per evitare queste critiche ho deciso di intrattenervi con un testo, nell’attesa dell’inaugurazione della nuova veste del mio blogghe.

Perso nel buio
poi una fuga di luce
esplode in cielo in mille stelle

Notte cupa
conducimi al giorno
ai bagliori del mattino
con un tiepido breve sorriso

Le anime
le ultime anime
aleggiano fiocamente
al giorno
di festa
trascorso

tra gioie e dolori
tra donne e uomini
tra donne e donne
tra di voi
tra di me

Le favole
le prime favole
quotidiane reminiscenze
del giorno
che resta
nascosto

da luci e da nubi
tra usi e soprusi
tra usi e costumi
tra di noi
tra di me
tradimento

Le anime
le utlime anime
aleggiano fiocamente
al giorno
di festa
trascorso

tra gioie e dolori
tra donne e uomini
tra donne e donne
tra di voi
tra di me
tradimento
in atteggiamento segreto
ma è festa è tutto
consentito
e diamo la colpa a un
dito di vino
di vino, Divino


Bello ve’? Naturalmente non l’ho scritto io…è troppo bello per essere stato partorito dalla mia mente bacata...
È una canzone dei Quintorigo…
Beh…ora vi saluto è tardi.
Vi preannuncio che questa è la forma pre-definitiva del blog…verranno cambiati solo nome e immagine principale...

lunedì 15 settembre 2008

Work in progress


Se vedete cose strane su questo blog in questi giorni...è perchè sto studiando e provando profondi cambiamenti nei layout e nello stile...
Ci scusiamo per gli eventuali inconvenienti.
La direzione

martedì 12 agosto 2008

Hello darkness my old friend - You're still young, that's your fault



Chiedo scusa a tutti per essere sparito per tutto questo tempo...d'altronde l'estate o la si scrive o la si vive (tanto per modificare una citazione tanto cara a Matteo).
Le cose da raccontare sarebbero tante, ma il tempo è poco...e anche la voglia in questo momento scarseggia...
Quindi vi dico solo che stanotte parto per la Sicilia e non so quando torno...
Oggi cercherò di fare un giro di telefonate...tanto per sentire voci amiche che non sento da tempo...
Beh...che dire...
Solo che può sembrare che il titolo che ho messo a questo post può sembrare senza senso...e invece nella mia testa tanto complessa da essere semplice ha un senso ben preciso...
E vi invito ad ascoltare quelle 2 canzoni se non le conoscete già...naturalmente i titoli non sono quelli...cercatele e sentitele...
A questo punto vi auguro a tutti un buon proseguimento d'estate e ci sentiamo quando torno...
A presto

p.s.: Andrè...ma che fine hai fatto? come stai? e Ottino? combinato disastri come è tuo solito? fatti sentire ogni tanto...

giovedì 26 giugno 2008

Storia di una bambina e del modo in cui scoprì il mare


Una bambina. Una bambina come tutte…beh, forse non del tutto uguale a tutte.
Sì, è vero…mangiava, si muoveva, parlava come tutti...ma lei era particolare. Poteva mangiare, ma solo cibi molli; poteva camminare, ma non poteva correre; poteva parlare, ma non urlare. I suoi genitori glielo proibivano. Non l’avrebbero mai perdonata se avesse osato disubbidire alle regole. E lei ci teneva moltissimo ai suoi genitori.
I suoi genitori erano molto apprensivi. “Sei troppo fragile” le dicevano.
E in fondo non avevano tutti i torti. Era una bambina di vetro Iulaodema. La pelle, gli occhi, i capelli, gli organi, tutti di vetro. Vetro.
Per questo i suoi genitori erano molto apprensivi. I cibi troppo duri avrebbero potuto scalfire il suo intestino; correndo avrebbe potuto cadere e rompersi; urlando…beh urlando c’era il rischio che una vibrazione troppo vigorosa delle sue corde vocali creasse delle crepe nel suo fragile corpo. Non la facevano nemmeno uscire di casa, se non in loro compagnia. “È troppo pericoloso per te! Il mondo è cattivo…soprattutto con chi è fragile!”
E così Iulaodema aveva vissuto sempre in casa. Al massimo usciva in giardino da sola, ma solo con le dovute protezioni. E non c’era nessun albero nel giardino. Troppo pericoloso per lei…avrebbe potuto arrampicarsi per cogliere il frutto più maturo. O semplicemente inciamparci e cadere. No. Niente alberi.
Ma come ogni cosa fragile, era anche bellissima. Quando le mattine di primavera usciva in giardino per vedere il sole sorgere dalle sue montagne, e il primo raggio della giornata la colpiva, si illuminava e diventava d’oro. Bellissima e fragile. Molti bambini sono arsi d’amore per lei, vedendola semplicemente una volta colpita dal sole e risplendere dei colori dell’arcobaleno.
Tutte la mattine usciva per ammirare il panorama dal suo giardino. Aveva una vista magnifica. Da una parte c’erano le montagne. Alte, immense, impenetrabili e misteriose. E dall’altra un fiume che si perdeva nell’orizzonte. Lo spettacolo era bellissimo. Ma spesso si chiedeva: “Chissà dove finisce quel fiume? E cosa ci sarà oltre quelle montagne?”. Se lo chiedeva spesso. E lo chiedeva anche a suo padre, così bravo a crearle realtà che lei non aveva mai visto.
Le raccontava di sconfinati campi di grano oltre quelle montagne, presidiate da immobili uomini vestiti di stracci e stranezza. Di vallate piene di papaveri, margherite, viole e rose canine.
E lei ogni volta chiudeva gli occhi e viaggiava per quei mondi fantastici. Correva scalza su quel tappeto di petali colorati, nuotava insieme ai pesci in quel fiume. Già…il fiume. Il fiume portava al mare.
“Cos’è il mare?” chiese una volta Iulaodema al padre.
Il mare è dove confluiscono tutte le acque del mondo. E non solo. È anche il luogo dei sogni non ancora sognati. È una distesa infinita d’acqua capace d’amore…capace di morte.
E la sua voce…ah...la voce del mare…una voce potente. È un urlo. Un urlo così forte che molti sono impazziti dopo averla sentita. Molti hanno preso una nave e sono partiti, forse alla ricerca di un qualcosa, di un sogno. Forse per continuare a sentire la sua voce. Dicono che il mare aperto contenga la verità.
E i gabbiani! Che bellissimi messaggeri, intermediari tra uomini e sogni. Vivono sulla spiaggia, dove prendono i sogni e li consegnano alle persone che hanno un cuore abbastanza pulito da contenerli senza che si sciupino. Vivono sulla spiaggia. E quando giunge l’ora di ritornare nel tutto che li ha generati, vanno nel mare aperto. Per conoscere la verità prima di morire.
Iulaodema era affascinata dal mare. Quanto avrebbe voluto sentire la sua voce! Ma lì, nella sua villa lontano da tutto era impossibile sentirla. Doveva seguire il fiume! Voleva sentire almeno una volta la voce del mare.
Sì. L’avrebbe fatto!
“Non si può! Il rumore delle onde del mare è troppo forte per le tue fragili orecchie! Rischieresti di rimanere sorda…o magari peggio! E poi i gabbiani…fanno un casino infernale!” le aveva risposto una volta la madre.
Sarebbe dovuta andare di nascosto. Ma questo avrebbe spezzato il cuore di cristallo dei suoi genitori…che fare allora? Rinunciare a sentire la voce del mare per non far morire i propri genitori, o partire, andare, fuggire per sentire almeno una volta la voce del mare?
Decise di andare di nascosto.

Se qualcuno quella mattina dall’alto della montagna avesse lanciato uno sguardo verso la riva del fiume, avrebbe visto un qualcosa rilucere e brillare più dell’oro. La voglia di sentire la voce del mare la faceva brillare in modo straordinario e mai visto. La terra calpestata dai suoi vitrei piedi si colorava di colori mai visti e mai capiti. Il fiume che le scorreva accanto, accompagnandola alla meta, era un flusso d’oro liquido. E sembrava che quel giorno fosse più silenzioso del solito. Scivolava sulle pietre senza produrre suoni apprezzabili, per non rovinare le orecchie di Iulaodema.
Fu così che arrivò in un punto in cui la terra si trasformò in sabbia, e il fiume in mare.
Il mare. I gabbiani. Finalmente li vedeva con i suoi occhi cristallini.
Ed era proprio come suo padre glieli aveva fatti immaginare.
Si bloccò allo spettacolo delle onde che si riversavano sulla spiaggia, per poi tornare indietro, e poi di nuovo sulla spiaggia, imperterrite nel loro tentativo di conquistare le terre.
E dei gabbiani, che a volo radente accarezzavano le acque per afferrare i sogni da donare alle persone.
E chiuse gli occhi.
E aprì le orecchie.
E ascoltò.
Ascoltò la voce del mare.
L’urlo del mare.
Le sue orecchie resistettero a lungo a quella voce. Era vero. Era molto forte la sua voce. Ma era anche dolce e leggera nella sua forza. Per questo resistette.
Ma in fondo il suo corpo era molto fragile.
Si sedette sulla sabbia.
E piano piano, a partire dai piedi, sorridendo, si sgretolò.
Il mare. Ora anche lei era diventata parte del mare.
Era diventata la spiaggia che permetteva ai gabbiani di far riposare le loro ali ferite dal vento.
E alle persone di inseguire i propri sogni.
Era diventata sabbia.

giovedì 19 giugno 2008

Maledetto sia Giambattista Vico! (ovvero: Per fortuna che Silvio c'è)

Corsi e ricorsi storici.
La storia si ripete, che sia a grandi passi o a brevi distanze.
Guardiamoci attorno e cosa vediamo? Un presidente del consiglio che si fa le leggi per se, per i propri amici e per la propria "famiglia".
Non ci ricorda proprio niente?
Le "gravi inimicizie" con i giudici non ci fanno tornare in mente nessun avvenimento accaduto nel precedente governo Berlsconi?
Il guaio è che noi fessi lo abbiamo rieletto...ha fatto ciò che ha voluto per 5 anni, senza una opposizione degna di questo nome. Ha fatto e disfatto leggi, ha creato e distrutto (ma più che altro distrutto) la poca legalità rimasta in Italia. Non serve che vi ricordi le infinite leggi ad personam che ha fatto...le sapete tutti...
Ed ora a 2 mesi dalla sua rielezione ha cominciato di nuovo. E noi che facciamo? Il cosiddetto governo ombra esce dall'aula, minaccia referendum abrogativi e manifestazioni nelle strade.
Ma non ci ricorda proprio niente?
Mah.
A me sembrano sempre le stesse mosse fatte anche anni fa, e che non sono servite assolutamente a nulla. Il bello (o il brutto) di questa storia è che c'è gente che ancora pende dalle sue labbra. E non parlo di membri del partito, di politici, onorevoli (poco onorevoli) e senatori...ma parlo della gente "comune". Della vecchia che incontri al supermercato, del giovane che prende l'autobus con te...gli credono cecamente.
Ma non hanno un minimo di raziocinio? La mamma non gli ha mai fatto un discorso sul distinguere il bene dal male? Sul cos'è giusto fare o non fare?
Ma si sa...l'Italia è fatta di gente sbagliata...ognuno cerca di fregare il proprio vicino appena ne ha l'occasione, e ci riscopriamo uniti ed italiani solo ai mondiali.
Per come la vedo io, noi siamo tutti mosche...bianche o nere non importa...siamo tutti mosche che ruotano attorno sempre allo stesso stronzo.
Sono anni che in Italia non cambia nulla. Sempre le stesse persone che comandano, sempre pronti ad augurare un Italia nuova e libera, e poi sempre ad agire per i propri personali interessi. E ce ne freghiamo dei conflitti.
Sempre le stesse facce in parlamento...niente e nessuno cambia...si può dire che l'ultimo cambiamento nella storia italiana (a parte il cambio di ct alla nazionale) è stato il referendum per la scelta tra repubblica e monarchia.
Anche se secondo me non è stato un vero e proprio atto convinto il votare per la repubblica. Più che altro è stato la semplice applicazione dell'italiano istinto...quello di votare contro. "La monarchia ha sbagliato...vabbè...voto repubblica, anche se non so cosa sia".
È per questo che Berlusconi è stato rieletto. Perchè "siccome Prodi ha fatto schifo, allora voto Berlusconi". Ma non ci ricordiamo mai che Berlusconi è più schifoso ancora.
Come si dice...lì in mezzo il più pulito c'ha la rogna!
E allora che fare? Lasciare che tutto vada come sta andando, senza preoccuparci, tanto ci penseranno le future generazioni a mettere tutto a posto? O cercare di dare un futuro migliore ai nostri pronipoti?
L'italica coscienza direbbe la seconda...ma gli italici fatti dimostrano che è vera la prima.
Concludo dicendo una delle battute più amare e vere di Groucho (presente se non ricordo male nel numero 260 di Dylan Dog): "Lo so che il problema del mondo è l'indifferenza, ma in fondo chi se ne frega!"

giovedì 12 giugno 2008

Filemazio


Quel giorno Filemazio era strano. Non pensava. Fissava un punto nel cielo. Un vortice di nuvole nella sua mente e nei suoi occhi. Il suo sguardo abbracciava tutta la volta, lo zenit e il nadir non avevano segreti per lui, li vedeva, lì, vicini…si toccavano quasi. Il cielo, un mare al contrario, solcato da navi al contrario con ali lucenti, vissuto da pesci senza branchie. Animali strani. Pensieri strani.
Strana persona che era Filemazio. Aveva una grande immaginazione. E una strana capacità…ciò che immaginava prendeva vita accanto a lui. Ombrelli che camminano portando in braccio brocche d’acqua canterina, rosse giraffe con proboscidi argentate per spegnere gli incendi. Non immaginava mai cose normali. Era proprio uno strano ragazzo. Non era mai solo, ma non era mai con nessuno.
Viveva con la sua Fantasia. Usciva con i suoi coetanei, ma non si divertiva…erano così strani quei bambini così semplici, così banali. Loro non avevano piume ocellate che gli uscivano dalle unghie per far il solletico a una farfalla contadina; non avevano membrane fluorescenti per attirare grilli leonini con gli occhiali da sole. Non sapevano far altro che dare calci ad una povera palla, che lui un giorno pensò ribellarsi, ed usare le sue macchie nere come frisbee assorbenti come buchi neri, porte di un’altra dimensione, in cui erano palle di ogni dimensione a cercare di far entrare i bambini in una rete. Vendetta contropassistica.
Faceva finta di niente quando era con loro. Frenava la sua Fantasia. E per farlo era obbligato a usare un particolare modello di occhiali che diffrangevano la luce capovolta. Quando li indossava era semplicemente Filemazio, il figlio del barbiere del paese. Che tormento quegli occhiali. Gli facevano vedere le cose in modo così strano. Le fontanelle erano solo fontanelle. Le automobili, solo un mezzo di locomozione. Che strazio. Era così bello il mondo senza quelle lenti concavesse. Le fontanelle erano donne gravide di sogni che spacciavano fluidi generatori di veloci e allegre sensazioni di volo; le auto erano mezzi di fragola, arancia, banana, mango e avocado (a seconda del colore) che emettevano suoni dolci e rincuoranti e uno strano profumo di pino e finestra, esseri fagocitatori di individui che hanno sempre fretta di arrivare.
Ma quel giorno Filemazio era strano. Era solo. Per la prima volta Fantasia non era venuta a trovarlo, e di dare calci a quel povero pallone proprio non ne aveva voglia. Per questo era sdraiato sull’erba. Guardando il cielo, senza i suoi occhiali. Non facendo niente. Pensieri attraversavano la sua mente, ma non si fermavano. Erano rapide metropolitane di fumo che andavano e venivano. Nient’altro. Per la prima volta si sentiva strano. Guardava il cielo, il nadir, le navi al contrario. E basta. Non voleva nemmeno sforzarsi a fermare la metropolitana. Non ne aveva nemmeno voglia.
Per questo era teso tra un mare solleticante di fili verdi e un mare colorato di bianco ed azzurro.
Niente distoglieva il suo sguardo da quel punto perduto in uno spazio vasto e lontano. Era impassibile, e se qualcuno dei suoi coetanei lo avesse visto, avrebbe sicuramente detto che sorrideva come un beota. Ma non era un sorriso beota. Era una sensazione che gli voltava e rivoltava il pancreas, una sensazione piacevole e infelice, scottante e fredda. Era un qualcosa che non si spiegava. Per la prima volta capì che non stava semplicemente guardando il cielo, il nadir e le navi al contrario. Per la prima volta capì che stava capendo l’infinito. L’infinito del cielo nella sua mente e nei suoi occhi. Capì…

Oggi Filemazio è guarito. Usa sempre quegli orrendi occhiali che gli permettevano di essere normale. Non ha più quelle strane visioni. Ha una moglie che lo tradisce, e lui tradisce la moglie. È un pezzo grosso di una multinazionale nel campo dell’elettronica. Ha due figli che lo amano e che lui ama. Una volta l’anno devolve un consistente assegno in beneficenza.
Ma ogni tanto lo si vede andare in montagna, senza il suo paio di occhiali. Tutti si chiedono perché ci vada, e come mai quando torna ha sulla sua faccia quello strano sorriso beota.

domenica 8 giugno 2008

Sharin' music/spirit with you vol V : Canzone della bambina portoghese

Rieccomi con uno Sharing music...voglio condividere con te, o solo lettore, una canzone che mi ha sempre fatto riflettere...che ho sempre adorato...anche se sarebbe meglio dire che sono 2 canzoni in una, sottolineato dal cambio di tempo e ritmo, di melodia e armonia...
In più mi sono trovato in una situazione simile a quella della bambina...in Sicilia...nella punta più a Sud dell'isola, lì dove Ionio e Tirreno si incontrano...spettacolo da rimanere senza parole...davanti a te solo acqua...ma da una parte burrascosa, dall'altra calma piatta...infatti (da come mi spiegarono gli autoctoni nella loro strana lingua) quando un mare è calmo, l'altro è incazzato nero...
Beh...a questo punto ti lascio alle parole di Guccini.
Buona lettura e
a presto.


E poi e poi, gente viene qui e ti dice di sapere già ogni legge delle cose.
E tutti, sai, vantano un orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote...
E tutti, sai, ti san dire come fare,
quali leggi rispettare, quali regole osservare, qual'è il vero vero...
E poi, e poi, tutti chiusi in tante celle fanno a chi parla più forte
per non dir che stelle e morte fan paura...

Al caldo del sole, al mare scendeva la bambina portoghese,
non c'eran parole, rumori soltanto come voci sorprese,
il mare soltanto e il suo primo bikini amaranto,
le cose più belle e la gioia del caldo alla pelle...

Gli amici vicino sembravan sommersi dalla voce del mare...
O sogni o visioni, qualcosa la prese e si mise a pensare,
sentì che era un punto al limite di un continente,
sentì che era un niente, l'Atlantico immenso di fronte...

E in questo sentiva qualcosa di grande
che non riusciva a capire, che non poteva intuire,

che avrebbe spiegato, se avesse capito lei, quell' oceano infinito...
Ma il caldo l'avvolse, si sentì svanire e si mise a dormire
e fu solo del sole, come di mani future;
restaron soltanto il mare e un bikini amaranto...

E poi e poi, se ti scopri a ricordare, ti accorgerai che non te ne importa niente
e capirai che una sera o una stagione son come lampi, luci accese e dopo spente
e capirai che la vera ambiguità
è la vita che viviamo, il qualcosa che chiamiamo esser uomini...

E poi, e poi, che quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere,
ma il qualcosa che ti porti dentro,
cioè vivere, vivere e poi, poi vivere
e poi, poi vivere...



giovedì 5 giugno 2008

Foto (ovvero: discorso tra un uomo e se stesso)


Capita alle volte di ritrovare una foto in un cassetto…impolverata. Ritrae te, qualche anno fa, con i capelli ancora lunghi, con meno rughe. Ma soprattutto con lo sguardo e il sorriso felice. È questo quello che ti colpisce di più. Ora sei sereno, stai bene, non chiedi niente di meglio…e allora perché quel fugace sguardo a quella foto ti fa sentire così strano? Perché hai avuto un sussulto, un mancar di fiato? Forse ti mancano quei tempi. Forse. O forse ti accorgi che ai tempi di quella foto avevi molte cose in meno...ma una in più…una fondamentale.
Si vedono proprio i tuoi occhi di ieri che ridono, anche se lievemente nascosti dalla tua mano, e senti che i tuoi occhi di oggi non sono così. Li senti umidi…ti fanno quasi male perché non vuoi far uscire quei mischiumi di sali minerali e acqua che sono le lacrime. Le senti una ad una che cercano di sfuggirti…di raggiungere l’aria aperta.
E quel sorriso…da quanto tempo non ti sorprendi a sorridere in quel modo? Forse non è passato tanto tempo dall’ultima volta che hai fatto un sorriso del genere, ma quante volte te ne sei sorpreso? Quante volte hai pensato “sono proprio fortunato”…è passato tanto tempo? Giorni, mesi, anni? Mah…non sai nemmeno più quantificare il tempo passato, tanto sembra lontana dal presente quella antica foto. Ritrae tempi andati, che non torneranno tanto presto…forse mai più…ma ne hai altri altrettanto e forse più belli davanti…ora non li puoi scorgere…se potessi vedere il futuro certamente non avresti sprecato il tuo tempo in inutili giri di parole a vuoto…avresti colto l’attimo, sicuro della riuscita…o ti saresti nascosto dietro un angolo, sicuro della disfatta…
Meno male che non sai vedere nel futuro…avresti sprecato tante esperienze…tanti successi maggiormente goduti grazie alla loro incerta riuscita non li avresti assaporati appieno…tanti insuccessi dalle mani bianche, fredde, tremule e sudate non ti avrebbero fatto crescere...
Non saresti tu…saresti una persona con meno esperienze alle spalle, forse con meno figure di merda nel proprio passato…ma sicuramente meno felice…
Dai un altro sguardo a quella foto sbiadita…”sono meno felice di allora?” ti domandi…e la tua risposta è “No…certamente!!!” Sei felice anche adesso…di una serena felicità che ti è data dall’esperienza, dall’esistenza che hai vissuto e che vivi…da quel che sei e da quel che eri…felice, in modo diverso.
È vero…i tuoi occhi non ridono più come allora, ma lo fanno in modo diverso, ugualmente intenso…e senti chiaramente una goccia che ti solca la guancia…adesso le lasci scorrere…sei sereno…sei felice…felice del tuo essere e del tuo aver superato questo momentaneo scostamento del cuore.
Ultimo sguardo alla foto…che si disintegra in polvere tra le tue mani segnate dalla vita e dall’età.
E sorridi…sorridi felice…e ti lasci cadere sulla sedia di paglia dietro di te e chiudi gli occhi…non senti più niente…e ti addormenti…ti addormenti…ti addormenti.


venerdì 23 maggio 2008

Nostra Signora dell'Ipocrisia


23 maggio 1992.
Sull’autostrada che da Messina porta a Palermo corre un auto blu, con a bordo il giudice Falcone, la moglie e la sua scorta. Tutto bene. Quando all’improvviso all’altezza di Capaci…un lampo…un rombo…una bomba che esplode…e la fine di vite che lottavano per la giustizia.

23 maggio 2008
Durante la commemorazione a Palermo della strage di Capaci arriva un messaggio del nostro Presidente del consiglio il quale, rivolgendosi a Maria Falcone (sorella di Giovanni Falcone), dice: «Gentile Signora, la ricorrenza dell’eccidio di Capaci è un momento di memore riflessione sul sacrificio del giudice Giovanni Falcone, della signora Francesca e della scorta. L’importanza della lotta del giudice Falcone contro la mafia e la criminalità organizzata, per la riaffermazione dei valori fondanti della Costituzione, è testimoniata dal progetto di educazione alla legalità che la Fondazione (si riferisce alla Fondazione Giovani, di cui Maria Falcone è presidente) ha promosso nelle scuole per sensibilizzare i giovani su temi essenziali per la crescita della società civile italiana». «Esprimo, pertanto - conclude Berlusconi - anche a nome del governo, la grata solidarietà».
Che ironia. Questo è l’epilogo della storia italiana.

Ma ricordate come tutto iniziò? Non ricordate come è iniziata la favola? Allora…
C’era una volta, tanto tanto tempo fa (beh in fondo non è così tanto tempo fa…1992…) un giudice di nome Antonio Di Pietro. Questo giudice apri in quei tempi un inchiesta di corruzione a cui darà il nome di Mani pulite.
È una valanga. Per episodi di corruzione sono posti sotto inchiesta centinaia di politici, amministratori, imprenditori, i maggiori leader dei partiti, una decina di ex ministri della Repubblica, quattro ex presidenti del Consiglio. Il Parlamento è delegittimato da decine di avvisi di garanzia. L’intero sistema dei partiti è scosso. In un paio di anni il volto della politica italiana cambia completamente.
Nel frattempo in una regione lontana lontana (in Sicilia) un’organizzazione malavitosa è sotto agitazione. È in attesa della decisione della Corte di cassazione, che deve confermare o annullare la sentenza del maxiprocesso di Palermo. Con la conferma, sui 475 imputati portati a giudizio da Giovanni Falcone e dagli altri magistrati del primo pool antimafia di Palermo si sarebbe abbattuta una montagna di ergastoli capace di seppellire in carcere un paio di generazioni di mafiosi. Il 30 gennaio la condanna viene confermata. È la fine di un’epoca.
L’allora capo di Cosa nostra, Totò Riina, decide di tagliare i ponti con i vecchi alleati…e 40 giorni dopo (il 12 marzo 1992 a Mondello) decide di eliminare Salvo Lima, l’uomo che rappresenta Giulio Andreotti in Sicilia. Pochi mesi dopo (settembre) è il turno di Ignazio Salvo, andreottiano e uomo di Cosa nostra. Muore così la Cosa nostra della «prima repubblica», quella che aveva i suoi referenti nei notabili democristiani. Ha il battesimo del fuoco la nuova Cosa nostra, quella che comincia a trattare direttamente con lo Stato.
Nel frattempo al Nord moriva la «prima repubblica» dei partiti. Il 5 aprile 1992 le elezioni politiche sanciscono il tracollo dei partiti di governo e il trionfo della Lega di Umberto Bossi.
Al Sud, Riina prosegue la sua guerra: colpendo il nemico numero uno di Cosa nostra, Giovanni Falcone, l’uomo che negli anni Ottanta aveva dato l’avvio all’avventura che si era conclusa il 30 gennaio 1992 con la sentenza definitiva della Cassazione.
Il 23 maggio, a Capaci, mentre corre dall’aeroporto di Palermo verso la sua città, il magistrato, sua moglie e la scorta sono dilaniati da una carica d’esplosivo che fa saltare in aria l’autostrada. L’Italia è scossa come mai prima. La morte di Falcone è pianificata da Cosa nostra proprio nei giorni in cui il Parlamento, dopo le dimissioni di Francesco Cossiga, è riunito per scegliere il nuovo Presidente della Repubblica: così da impedire che alla più alta carica dello Stato sia eletto il candidato allora favorito, Andreotti, ormai pesantemente segnato dalle ombre dei suoi rapporti siciliani.
In questo periodo di confusione generale (saltando diversi avvenimenti per non tediarvi troppo), periodo teso ed incerto, molti soggetti, molti poteri devono aver avuto la tentazione d’inserirsi, per tentare di governarla. Massonerie, settori dei servizi segreti, uomini politici, settori imprenditoriali. A dar retta agli uomini di Cosa nostra la Fininvest era tra questi soggetti. I rapporti tra Cosa nostra e Fininvest duravano ormai già da diversi anni, fin dai tempi in cui lo “stalliere” Vittorio Mangano si era stabilito ad Arcore nella residenza di Silvio Berlusconi. Secondo quanto rivelò Cancemi (primo pentito di Cosa nostra) alle forze dell’ordine, la Fininvest elargiva periodicamente soldi a Cosa nostra, cifre attorno a 200 milioni annui, forse per proteggere le proprie antenne televisive in Sicilia. Ma tra il 1990 e il 1991, quando Cosa nostra decide di «cambiare pelle», Riina ordina a Cancemi di comunicare a Mangano che deve farsi da parte: di Berlusconi vuole occuparsi personalmente.
Cancemi esegue: «Incontrando a Vittorio Mangano ci dissi: (...) Vittorio, senti qua, tu mi devi fare una cortesia, senza che mi fai nessuna domanda, mi devi fare una cortesia: tu questi persone, Berlusconi, Dell’Utri, li devi lasciare stare, che Salvatore Riina se l’ha messo nelle mani lui, perché mi disse che è un bene per tutta Cosa nostra, quindi non mi fare altre domande, non mi dire niente. E il Vittorio Mangano con me, siccome lui lo sapeva che io lo volevo bene e lui mi voleva bene pure a me, si... diciamo, si è allargato un pochettino, nel senso... nel senso che mi disse: Ma Totuccio, io è una vita, tu lo sai, è una vita che io... ce l’ho nelle mani io, che ci sono vicino io, tu lo sai, ora tutto assieme io mi devo mettere da parte? E io: Vittorio, fammi questa cortesia, non mi fare altre domande, perché quando quello mi dice che è un bene per tutta Cosa nostra, io non ci posso dire niente».
Contemporaneamente la Fininvest era interessata a investire soldi nel centro storico di Palermo. Cancemi racconta: «Riina mi ha mandato a chiamare e mi disse che c’era la Fininvest, appunto di Berlusconi, Dell’Utri, che era interessata a comprare tutta la zona vecchia di Palermo. Ioc’ho detto: Va bene». E ancora: «Quindi, io vi posso dire queste cose che io ho vissuto direttamente; vi posso dire che il Riina Salvatore a me mi diceva che lui si incontrava, si... con queste persone. Questo, diciamo, quello che... quello che ho capito io e quello che ho vissuto io direttamente, che Riina, diciamo, aveva queste persone nelle mani (...).Lui parlava sempre di queste cose. ’Nfino un qualche quindici giorni prima di... che l’arrestassero. (...) L’obiettivi erano di fare, appunto, modificare delle leggi e di fare cambiare questa legge sui pentiti (...) C’erano altre cose pure di... il 41 bis. Insomma, si parlava di tutte queste cose, diciamo, che lui stava portando avanti. (...) Quando si andava nell’argomento di cambiare queste cose, queste regole, specialmente sui pentiti, sul 41 bis e tutte queste cose, lui tirava in mezzo queste persone, diceva: Noi queste persone li dobbiamo garantire, queste persone ci dobbiamo stare vicino, che questi sono quelli che a noi ci devono portare del bene».
Intanto Dell’Utri medita sulla fondazione di un nuovo partito…in realtà era già dagli anni ’80 che portava avanti il suo progetto. Scendere in politica per «evitare che una affermazione delle sinistre potesse portare prima a un ostracismo e poi a gravi difficoltà per il gruppo Berlusconi» (Ezio Cartotto, politico democristiano che a metà degli anni Ottanta teneva corsi di formazione per i manager di Publitalia).
Come tutti sanno il nuovo partito era Forza Italia, che uscirà allo scoperto solo nel 1994. Ma Dell’Utri era al lavoro già dalla primavera 1992, per vincere prima di tutto l’opposizione al progetto-partito interna alla Fininvest (tra gli oppositori Maurizio Costanzo, il quale subirà anche un attentato a Roma in via Fauro…attentato che causò 21 feriti).
Anche in Sicilia, negli stessi mesi, stanno cercando nuovi referenti politici. Maurizio Avola, uomo d’onore catanese, racconta che Riina nel 1992 intendeva «creare un nuovo partito politico» nel quale inserire uomini di Cosa nostra sconosciuti, puliti, pronti aportare direttamente gli interessi dell’organizzazione nelle istituzioni dello Stato. Riina aveva ipotizzato anche il nome: Cosa nuova. Ma si era subito reso conto che forse era preferibile puntare su qualcosa di più neutro, come Lega sud.
Tutto era pronto per l’operazione, tanto che Riina aveva chiesto a Santapaola di indicargli persone adatte all’impresa, cioè «uomini nuovi» da poter inserire nel movimento e lanciare verso una brillante carriera politica. Santapaola non si era tirato indietro. Il suo braccio destro, Aldo Ercolano, tra la fine del 1991 e l’inizio del 1992 incontra Dell’Utri, stando a quel che raccontano i collaboratori di giustizia, in una località del messinese. Nel 1992 sono ben 34 i viaggi dei fratelli Marcello e Alberto Dell’Utri a Catania. All’incontro partecipa forse anche Santapaola in persona, per scambiare qualche idea sul futuro della politica italiana. «So che dell’Utri aveva amicizie a Palermo», racconta Avola, «e in quel periodo si parlava già del partito nuovo che stava a cuore a Totò Riina».
In quel periodo, spesso sottol’ala di ambienti massonici, in molte regioni nascono nuovi movimenti politici, tra cui: Sicilia libera e Lega meridionale. A una manifestazione della Lega meridionale è presente don Vito Ciancimino, l’ex sindaco di Palermo condannato per mafia. Sicilia libera è invece direttamente creata da uomini di Cosa nostra: la promuove Tullio Cannella, in stretto contatto con Leoluca Bagarella. Vi partecipano i fratelli Graviano e il costruttore palermitano Gianni Ienna. Ha come scopo dichiarato far diventare la Sicilia una nazione autonoma, nel quadro di una Italia federale. Si presenta anche alle elezioni nell’isola, senza grandi successi. Nel corso del ’93 Cosa nostra abbandona l’idea di entrare direttamente in politica. Nell’organizzazione circola la voce che i tempi duri stanno per finire, che sono stati trovati nuovi alleati. Nonostante gli arresti di Riina, Santapaola e Bagarella. L’unica “autorità” ancora libera alla fine del ’93 era Bernardo Provenzano.

Poi la storia sappiamo com’è andata. Il processo per mafia a carico di Berlusconi e Dell’Utri è caduto in prescrizione ed archiviato; nonostante la cattura del boss Provenzano la mafia è ancora attiva e viva all’interno dello stato; Silvio Berlusconi è Presidente del Consiglio…e manda messaggi di cordoglio verso uno dei giudici che nei primi anni ’90 lo indagò per i reati di corruzione e associazione mafiosa…questa è l’Italia…questa è l’Italia delle toghe rosse che ce l’hanno con quel santo martire che è Silvio Berlusconi e con il suo fido adepto Marcello Dell’Utri.

sabato 17 maggio 2008

Risotto + Il treno per il Darjeeling + Sogna, ragazzo, sogna

Parte prima/Risotto

Inizio in questo mio scrivere forse per la prima sapendo il finale, ma senza sapere il principio.
Oggi sono stato tutto il giorno al polo di viale Morgagni. Sveglia alle 6 e 50…era una vita che non mi svegliavo così presto…doccia di circa 45 minuti con intermezzo di crisi allergica…starnuti a più non posso…naturalmente nonostante la sveglia mattutina arrivo in ritardo all’esercitazione di statistica…ma anche la tipa che ci faceva fare sto laboratorio era in ritardo…notevole.
Che esame cazzata che è…ci fanno usare un programma di statistica per risolvere gli esercizi…in più all’esame è permesso portare libri, appunti e tutto ciò che vogliamo…basta scrivere in modo giusto i comandi del programma…poi il resto è fatto.
Poi è il turno delle benzodiazepine (che da qui in poi abbrevierò con BDZ), non nel senso che ne prendo…ma a lezione di neuropsicofarmacologia abbiamo parlato delle BDZ con accenni nel finale sui barbiturici…e con questo abbiamo finito l’argomento depressione.
Si va a mangiare finalmente…avevo una fame…mi sarei mangiato Matteo intero…e non c’avrei fatto avanzare manco le ossa…e in mensa ho mangiato il risotto più spettacolare che abbia mai assaggiato…cos’aveva di particolare? Beh…era un risotto agli asparagi, che odorava di salmone e non sapeva di niente…se non è spettacolo questo!!!
Poi si va a lezione di tecniche sperimentali applicate al sistema nervoso…ci vuole una laurea solo per il nome di sto corso...dopo un’oretta di lezione frontale sui nervi motori e sensoriali, si va a fare esperimenti sui neuroni di Giulio…gli davamo la scossa e registravamo le reazioni dei neuroni…o meglio…le scosse gliele dava il prof…e anche le registrazioni le faceva lui…anche perché non avrei mai osato toccare quel macchinario costosissimo progettato dagli ingegneri della McLaren.
A casa finalmente…breve riposino…lettura…finalmente ho finito di leggere il libro di Lorenz…l’avevo momentaneamente messo da parte per preparare l’esame…
Poi si cucina e si mangia…la pappa al pomodoro.

Parte seconda/Il treno per il Darjeeling

Che spettacolo di film…visto al cinema stasera.
Fotografia stupenda…a tratti oserei dire geniale...o meglio a me ha colpito molto…come poche hanno fatto…giusto Kubrick, Burton e pochi altri…
Anche la storia non è male…cercherò di riassumere la trama in poche righe…anche se non sarò mai all’altezza delle recensioni di Luigi…
Il film parte con un breve cortometraggio introduttivo, in cui in una stanza d’albergo a Parigi si rincontrano Jack (J. Schwartzman) e la sua ex (N. Portman…ah…quanto è gnocca). Lui è fuggito da lei, cerca di fare lo stronzo…e ci riesce benissimo…e in più ottiene ciò che vuole.
Il film vero e proprio inizia con un uomo d’affari (B. Murray) che corre per prendere i treno…il treno parte davanti ai suoi occhi e lui lo rincorre per cercare di prenderlo al volo…nel senso letterale del termine. Accanto a lui si vede un uomo che corre più veloce di lui…e riesce a prendere il treno…a differenza di lui. Subito dopo scopriamo che quest’uomo altri non è che Peter (A. Brody), il fratello di Jack, il quale dorme nello scompartimento a loro riservato. Arriva anche Francis (O. Wilson), l’altro fratello.
Qui inizia il loro viaggio spirituale, per ritrovare il loro essere fratelli e la loro madre…
Viaggio fatto di accidenti e comicità a tratti surreale…oltre che di momenti riflessivi, ma senza essere mai noioso…a mio avviso.
E non dico altro và…che rischio di svelare il finale…spero di avervi un minimo incuriosito…andatelo a vedere che merita…soprattutto se avete visto “I Tennembaum” e vi è piaciuto…stesso regista: Wes Anderson.

Parte terza/Sogna, ragazzo, sogna


Ultima parte per riportarvi il testo di questa canzone che non sentivo da tanto tempo e che ieri ho riscoperto in un cassetto impolverato della memoria. E la prima cosa che ho fatto dopo essermi ricordato il titolo è stata trovare il testo e il video su youtube…anche se non è un vero è proprio video…e poi l’ho ascoltata decine di volte…senza esagerazione…almeno 15 volte l’ho ascoltata…alcune di queste volte l’ho cantata…e per questo chiedo scusa all’autore (Roberto Vecchioni) per averla storpiata.
Prima di riportarvi il testo vi racconto questo simpatico aneddoto...oggi ho avuto l’idea di farla ascoltare ad Andrea per sapere che ne pensava…e a metà canzone mi accorgo che stava piangendo…è proprio un bravo ragazzo (come ho detto oggi a sua madre per telefono…ma dubito mi abbia sentito…). E mi ha maledetto più di una volta…vabbè…non posso dargli torto…è proprio una bella canzone…
A voi il testo


E ti diranno parole
rosse come il sangue, nere come la notte;
ma non è vero, ragazzo,
che la ragione sta sempre col più forte;
io conosco poeti
che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti
che sanno parlare con il cielo.

Chiudi gli occhi, ragazzo,
e credi solo a quel che vedi dentro;
stringi i pugni, ragazzo,
non lasciargliela vinta neanche un momento;
copri l'amore, ragazzo,
ma non nasconderlo sotto il mantello;
a volte passa qualcuno,
a volte c'è qualcuno che deve vederlo.

Sogna, ragazzo, sogna
quando sale il vento nelle vie del cuore,
quando un uomo vive per le sue parole
o non vive più.

Sogna, ragazzo, sogna,
non lasciarlo solo contro questo mondo,
non lasciarlo andare, sogna fino in fondo,
fallo pure tu!

Sogna, ragazzo, sogna,
quando cade il vento ma non è finita,
quando muore un uomo per la stessa vita
che sognavi tu.

Sogna, ragazzo, sogna,
non cambiare un verso della tua canzone,
non lasciare un treno fermo alla stazione,
non fermarti tu!

Lasciali dire che al mondo
quelli come te perderanno sempre,
perchè hai già vinto, lo giuro,
e non ti possono fare più niente;
passa ogni tanto la mano
su un viso di donna, passaci le dita;
nessun regno è più grande
di questa piccola cosa che è la vita

E la vita è così forte
che attraversa i muri per farsi vedere
la vita è così vera
che sembra impossibile doverla lasciare;
la vita è così grande
che quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire.

Sogna, ragazzo, sogna,
quando lei si volta, quando lei non torna,
quando il solo passo che fermava il cuore
non lo senti più.

Sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni, passerà l'amore,
passeran le notti, finirà il dolore,
sarai sempre tu ...

Sogna, ragazzo, sogna,
piccolo ragazzo nella mia memoria,
tante volte tanti dentro questa storia:
non vi conto più.

Sogna, ragazzo, sogna,
ti ho lasciato un foglio sulla scrivania,
manca solo un verso a quella poesia,
puoi finirla tu…


Un’ultima cosa prima di augurarvi buonanotte.
Ieri sera, mentre la ascoltavo per l’ultima volta prima di andare a letto ho pensato…ma che bello che sarebbe donare queste parole ad una vita che nasce…magari a sangue del tuo sangue…
Buonanotte

p.s.: nella Parte prima volevo riportare delle riflessioni che mi è capitato di fare stamattina mentre andavo a lezione…ma in questo momento non le ricordo…sarà la vecchiaia che inesorabile inizia a farsi sentire…

mercoledì 14 maggio 2008

Inciucio!!!

E così il temuto inciucio sta avendo luogo. Berluconi tende la mano, Veltroni la annusa, Casini si avvicina timoroso. Unico ad abbaiare è Di Pietro…cosa che sinceramente non mi aspettavo.
Unico ad usare parole sensate e ad alzare un po’ la voce su certi temi è stato Antonio Di Pietro…mi ha veramente stupito…piacevolmente.
L’unico che ha alzato la voce quando gli altri lo coprivano…a proposito…bella democrazia dove uno non può dire ciò che pensa, dove quando un parlamentare parla gli altri cercano di coprirne la voce…che si abbia qualcosa da nascondere? Che non si accetti la verità? Che si abbia paura?
D’altronde, quando un animale ha paura tende ad attaccare il nemico. Che loro abbiano paura della verità?
Della censura fatta su Travaglio non parlo…dico solo che l’editto bulgaro tornerà a farsi sentire…uno dei punti principali del nuovo governo (e a quanto pare anche del fantomatico governo ombra) saranno la RAI e le riforme…la RAI??? Ma sì…finiamo di togliere le voci fuori dal coro, le poche pecore bianche rimaste. Democrazia…democrazia…come si fa a parlare di democrazia quando non si avrà più nemmeno la pluralità d'informazione e d’opinione?
E su questo punto, tiro di nuovo in ballo Di Pietro che, vistosi sopraffare dai cori ultras della tribuna del PdL (il partito), cerca di richiamare al proprio compito Fini (“Spetta a lei consentirmi di parlare”). Ma il nostro esimio neo-presidente della camera pensa bene di rispondere in questo modo:” Lei conosce bene quest'aula ed è naturale che possano esserci delle interruzioni: dipende da ciò che si dice”
Dipende da ciò che si dice?!?!?!?!?! Fortunatamente Di Pietro ha la risposta pronta:” Ha proprio ragione, presidente: dipende da quello che si dice. Qui non bisogna disturbare il manovratore...”.
A proposito di quello che ho scritto, vi riporto il testo di un monologo di Gaber intitolato “La democrazia”

Dopo anni di riflessione sulle molteplici possibilità che ha uno Stato di organizzarsi sono arrivato alla conclusione che la democrazia è il sistema più democratico che ci sia.
Dunque, c'è la democrazia, la dittatura… e basta. Solo due. Credevo di più.
La dittatura in Italia c'è stata e chi l'ha vista sa cos'è, gli altri si devono accontentare di aver visto solo la democrazia.
Io, da quando mi ricordo, sono sempre stato democratico, non per scelta, per nascita. Come uno che quando nasce è cattolico, apostolico, romano. Cattolico pazienza, apostolico non so cosa vuol dire, ma romano io?!...
D'altronde, diciamolo, come si fa oggi a non essere democratici? Sul vocabolario c'è scritto che "democrazia" significa "potere al popolo". Sì, ma in che senso potere al popolo? Come si fa? Questo sul vocabolario non c 'è scritto.
Però si sa che dal 1945, dopo il famoso ventennio, il popolo italiano ha acquistato finalmente il diritto al voto. È nata così la "Democrazia rappresentativa" che dopo alcune geniali modifiche fa sì che tu deleghi un partito che sceglie una coalizione che sceglie un candidato che tu non sai chi è, e che tu deleghi a rappresentarti per cinque anni, e che se lo incontri ti dice giustamente: "Lei non sa chi sono io!". Questo è il potere del popolo.
Ma non è solo questo. Ci sono delle forme ancora più partecipative. Il referendum, per esempio, è una pratica di "Democrazia diretta"... non tanto pratica, attraverso la quale tutti possono esprimere il loro parere su tutto. Solo che se mia nonna deve decidere sulla Variante di Valico Barberino-Roncobilaccio, ha effettivamente qualche difficoltà. Anche perché è di Venezia. Per fortuna deve dire solo "Sì" se vuol dire no, e "No" se vuol dire sì. In ogni caso ha il 50% di probabilità di azzeccarla. Ma il referendum ha più che altro un valore folkloristico perché dopo aver discusso a lungo sul significato politico dei risultati… tutto resta come prima e chi se ne frega.
Un'altra caratteristica fondamentale della democrazia è che si basa sul gioco delle maggioranze e delle minoranze. Se dalle urne viene fuori il 51 vinci, se viene fuori il 49 perdi.
Dipende tutto dai numeri. Come il gioco del Lotto.
Con la differenza che al gioco del Lotto, il popolo qualche volta vince, in democrazia... mai!
E se viene fuori il 50 e 50? Ecco, questa è una particolarità della nostra democrazia. Non c'è mai la governabilità.
È cominciato tutto nel 1948. Se si fanno bene i conti tra la Destra – DC, liberali, monarchici, missini… – e la Sinistra – comunisti, socialisti, socialdemocratici, ecc. – viene fuori un bel pareggio. Da allora è sempre stato così, per anni!
Eh no, adesso no, adesso è tutto diverso. Per forza: sono spariti alcuni partiti, c'è stato un mezzo terremoto, le formazioni politiche hanno cambiato nomi e leader. Adesso… adesso non c'è più il 50% a destra e il 50% a sinistra. C'è il 50% al centro-destra e il 50% al centro-sinistra. Oppure un 50 virgola talmente poco… che basta che uno abbia la diarrea che salta il governo.
Non c'è niente da fare. Sembra proprio che il popolo italiano non voglia essere governato. E ha ragione. Ha paura che se vincono troppo quelli di là, viene fuori una dittatura di Sinistra. Se vincono troppo quegli altri, viene fuori una dittatura di Destra. La dittatura di Centro invece... quella gli va bene.
Auguri!!!

Non riuscivo a trovare parole migliori…quindi ho deciso di postarvi questo testo del ’96…


“Tutto deve cambiare affinché niente cambi”

lunedì 12 maggio 2008

Lago (riassunto di una giornata)


Ma che bella giornata!

Sole, cibo, amici e lago…cosa ci volete di più???
Si è partiti in tarda mattinata in treno. Direzione: Borgo San Lorenzo. Eravamo io, Lella, Criccrina, Eli, Ale, Rillo e Andrea (ragazzo conosciuto ieri e quindi momentaneamente senza soprannome…).
Naturalmente abbiamo cercato di evitare per un giorno il discorso “Università”…riuscendoci alla grande.
Arrivati a Borgo troviamo Eli che ci aspetta con una macchina per andare alla sagra.
Che sagra? Quella del Tortello e della Ficattola…o come dice Lella “fica…tella” (nb: detta durante la lezione di primatologia…non pensando assolutamente al doppio senso, ma suscitando maggiormente l’ilarità di Rillo, e attirando l’attenzione del prof…).
Cazzo che buoni quei tortelli!!!e anche le ficattole…ah…risolviamo sto doppio senso…le ficattole sono tipo frittelline…
Si mangia, si beve, ci si sollazza (evitando i rutti e altre emissioni di gas con qualsivoglia orifizio).
Una volta mangiati prendiamo le macchine e ci dirigiamo al Bilancino, il lago di Barberino.
Fortunatamente faceva caldo e ci siamo sdraiati sull’erba…magicamente da un busta escono fuori cibo in forma patatosa, bevande in forma succosa e theiforme, e giochi in forma tavolosa e cartacea.
Si decide di giocare ad assassino…pessima scelta…3 giri, poi ci stufiamo…ma come faceva a piacerci da piccoli sto gioco???
Cambiamo gioco, và…e prendiamo tabù…maschi contro femmine (nb: 3 vs 4). E indovinate chi vince? Ma noi ragazzi, ovviamente. Dimostrando ancora di più la nostra superiorità contro il sesso femminile. Ah…la competizione intrasessuale…materia del mio prossimo esame…(oh…naturalmente ero ironico…sul fatto che i maschi sono superiori…non sono maschilista…ma mi piace punzecchiare…).
Si chiacchiera del più e del meno, ma improvvisamente scatta il discorso sessista…”voi maschi siete tutti uguali!”; “voi femmine siete troppo complicate”, ecc ecc…generalizzazioni a gogo!
Naturalmente io inizio a scherzarci su, ma Eli, Cri, Lella e Ale ci restano un po’ male e decidono di farmi tornare a casa a piedi…e li inizia il mio atteggiamento ruffiano…il giusto per ricomprarle e meritarmi l’appellativo (datomi da Rillo) di “falso come una carta da 7 euro”!
Ma qui scatta la difesa da parte delle ragazze…ah le donne, se non ci fossero bisognerebbe gonfiarle (tanto per citare di nuovo il Mago Forest)!
Distrutti dalla giornata al lago, riprendiamo il treno per Firenze…casa, letto, sonno.



Ora veniamo al sondaggio.
Il campo non ha ancora emesso il suo verdetto…e a quanto pare anche voi avete le idee un po’ confuse.
3 voti per Roma, Panarea e Matteo Roccarina. Ma abbiamo delle sorprese. Pare che Matteo Roccarina abbia barato in questo sondaggio, e quindi verrà squalificato per doping amministrativo; il Panarea non può vincere perché così si è deciso nelle alte sfere; Roma…beh…niente da dire.
2 voti per Maurizio Mosca, vincitore morale del torneo. Nessuno lo dava tra i favoriti, ma ha saputo stupire, come sempre, con le sue bombe.
1 voto per Inter, Teramo, PdL (il partito). Beh…che dire…il PdL aveva altro a cui pensare…Teramo non aveva speranze fin dall’inizio…e l’Inter…eeeehhhhhhhhh (da leggersi come un sospirone)…l’Inter è l’Inter…non so che dire…so solo che se dovesse perdere il campionato, io mi divertirò come un matto a prendere per il culo e a mettere il braccio nella piaga a tutti i miei parenti (occhio a non fare il contrario!!!)…unico juventino (ormai ex) in una tana di serpi…
0 voti per Juve, Cagliari e chi se ne frega…
Mi spiace che il Cagliari non abbia preso voti…Cagliari che è riuscita nell’impresa di battere Fiorentina e Udinese…e si è salvata…senza nemmeno Suazo!!! Grandi…