giovedì 30 ottobre 2008

Invettiva


Premessa

Finalmente il mio periodo di mutismo volontario è finito. Ed ora dirò tutto quello che ho trattenuto dentro in questo mese di protesta e sconvolgimenti. La mia invettiva sarà talmente ampia da poterla definire smisurata, ed è talmente smisurata che rimarrà sicuramente inascoltata. Inizierò spiegando un termine che ultimamente tutti usiamo ma che magari non tutti sanno di preciso cosa voglia dire. E cercherò di farlo nel modo più semplice possibile.

Capitolo 1: Un Decreto legge (d.l.)

Un decreto legge è un atto con forza di legge che può essere adottato dal Governo “in casi straordinari di necessità ed urgenza” (Costituzione italiana, art. 77).
In pratica il decreto legge serve per delegittimare il Parlamento del proprio potere legislativo, anche se per un periodo limitato (60 gg.). Il d.l. entra in vigore immediatamente, il giorno stesso della sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Tuttavia, se non viene convertito in legge dal Parlamento entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione, decade retroattivamente (ex tunc): è come se non fosse mai esistito. Ma le Camere possono con legge, regolare i rapporti giuridici sorti sulla base del decreto non convertito (c.d. legge di sanatoria).
A tal fine, il governo, il giorno stesso dell'adozione, deve presentare il d.l. alle Camere per la conversione in legge, che avviene con la presentazione di un disegno di legge di iniziativa governativa (come tale va autorizzato dal Presidente della Repubblica). La sussitenza dei presupposti (casi straordinari di necessità ed urgenza) è rimessa alla valutazione discrezionale dallo stesso Governo, che peraltro ne assume la responsabilità. Tuttavia la Corte Costituzionale ammette la possibilità di dichiarare l'illegittimità costituzionale dei d.l. adottati in evidente carenza dei presupposti medesimi.
In poche parole…l’unica speranza di veder decadere un d.l. è la Corte Costituzionale.

Capitolo 2: IL Decreto legge

Del d.l. 133 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”) si è detto praticamente tutto…
Quindi proverò a riassumerne i tratti principali in pochi punti. Innanzi tutto con questo d.l. ci sarà il blocco del così detto “turn over”; ovvero per 5 professori in Italia che andranno in pensione se ne assumerà uno soltanto. Questo non solo causerà la c
hiusura di alcuni corsi, ma impedirà anche di la possibilità di mantenere alta la qualità della didattica. E questo è solo l’inizio, in quanto impedirà il ricambio generazionale nell’insegnamento, precludendo a un’intera generazione la carriera universitaria, e causando di concerto l’aumento della precarietà.
Il nostro astutissimo Governo ha però trovato una soluzione direi geniale a questo problema: l’affidamento delle università pubbliche a fondazioni private. Questo cosa vuol dire? Vuol dire università private.
Detta così uno dice…embè??? Embè università privata significa ricerca privata, e quindi la limitazione della ricerca ai soli campi produttivi nell’immediato ed economicamente di rilievo. Quindi scomparirà la così detta “ricerca pura” senza la quale non avremmo molti degli strumenti diventati basilari per noi occidentali.
Un esempio? Einstein prese il nobel per i suoi studi sulla spiegazione dell’effetto fotoelettrico. Questo studio non ebbe riscontri pratici per decenni, ma è grazie a questo effetto che noi adesso abbiamo le moderne tecnologie (come ad esempio televisori, computer, ecc). Privatizzando le università non si fa altro che abolire la ricerca pura.
Università privata significa anche maggiori costi per le iscrizioni agli atenei, e quindi solo in pochi potranno permettersi di fare l’università… È da quando ho iniziato a scrivere questo post che mi sto trattenendo dallo scrivere la parola “classe”…ma è proprio quello che succederà…solo la “classe” più abbiente potrà permettersi di iscrivere i propri figli all’università. Facendo rimanere noi altri comuni mortali nell’ignoranza. Non basteranno più i sacrifici che i nostri genitori fanno per mantenerci…dovremmo dar via anche il culo!!! Come ha detto la Littizzetto qualche giorno fa: “Ricordate le 3 i della Moratti? Inglese, internet e impresa…adesso c’è la quarta: in culo!”
Il termine “privato” non vi ricorda niente? Se vi sforzate un attimo ricorderete sicuramente che qualche anno fa ci sono state proteste per motivi molto simili…gli incentivi da parte della stato alle scuole private e i tagli di fondi alla scuola pubblica. Con questo decreto hanno finito il lavoro di privatizzare l’istruzione italiana.
Questo fatto insieme ad altri molti accaduti negli ultimi tempi (tra cui le parole del nostro Capo del Governo che in un intervista definì il Consiglio dei Ministri come un Consiglio di amministrazione) mi fanno sempre più pensare che stanno trasformando lo Stato-Italia nell’Azienda-Italia.

Ricordiamoci però che lo Stato siamo noi!!!

Capitolo 3: Napolitano, Cossiga e altri racconti

Le scuole e le università di tutta Italia sono occupate, la protesta scende nelle piazze e nelle strade. Ci sono reazioni diverse (come è normale che sia) per quello che sta succedendo. Ecco secondo me 2 esempi di interventi sbagliati.
Il primo è quello di Napolitano…è la prima volta che mi trovo a dire cose contro il nostro Presidente della Repubblica. In un’intervista ha detto che lui non può schierarsi né dalla parte del governo né dalla parte degli studenti. E secondo me questo è sbagliato. Lui dovrebbe schierarsi, dovrebbe dire chi sta sbagliando e chi no. Ci sono due blocchi nettamente contrapposti: da una parte un governo che vuole promulgare una legge e dall’altra una buona parte della popolazione che non la vuole questa legge. Dico buona parte perché non so le cifre esatte del movimento di protesta (e penso che nessuno le saprà mai…). Ciò che è certo è che questa riforma è riuscita ad unire contro il Governo studenti, genitori, insegnanti, presidi e rettori…il che non è male…ma secondo il governo siamo solo una minoranza da scacciare dalle aule con la forza…
Il secondo è quello di Cossiga, ex presidente della repubblica e senatore a vita. Ho letto una sua intervista che è praticamente impossibile da sintetizzare…si perderebbe tutto il senso e il gusto delle parole esatte dette da lui. Quindi vi riporto l’intervista (in corsivo l’intervistatore e virgolettato Cossiga).

Presidente Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?

«Dipende, se ritiene d’essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l’Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c’è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».

Quali fatti dovrebbero seguire?

«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno».

Ossia?

«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

Gli universitari, invece?

«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che?

«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...

«Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti?

«Soprattutto i docenti».

Presidente, il suo è un paradosso, no?

«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.

«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio».

Quale incendio?

«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università.

E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

E` dunque possibile che la storia si ripeta?

«Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».

Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.

«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...

«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all’inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

E non c’è bisogno di commento…

Premessa al capitolo 4

Prima di iniziare questo capitolo c’è bisogno di una premessa.
Questo capitolo è una critica di quello che ha scritto e detto Matteo (mi hai chiesto tu la mia opinione Mattè). Non farei mai una critica a lui se non gli volessi bene…quindi Mattè…prendila nel verso migliore.

Mattè
Ti voglio bè.

Capitolo 4: Roccarinica

Tu hai detto che manifestare è sciocco e inutile. Che se si trova una legge ingiusta semplicemente non la si rispetta. Ma secondo me questa è una visione al quanto infantile del diritto e del dovere di un cittadino. Non rispettando la legge applichi una sorta di protesta silente…è vero. Ma essendo silente non verrà mai e poi mai ascoltata. Non dico che alzando la voce verremo ascoltati, ma che ci sono maggiori probabilità. Come si dice…se non ci si prova, le probabilità scendono a 0.
E poi su questa legge non c’è la possibilità di non rispettarla…semplicemente la subiremo, in quanto non è una legge per noi comuni cittadini, ma una riforma del sistema scolastico…
In secondo luogo tu mi hai definito un “comunista felice in quanto non pensa ma segue i dettami dall’alto”. Da come ti ho risposto l’altra volta (“Mattè…ma vaffanculo!”) avrai sicuramente capito che me la sono presa un pochino. Ora…immagino che tu stessi scherzando (dato che mi hai inserito a metà del discorso e che la prima parte non l’ho potuta ascoltare visto che ero in doccia), ma ci sono cose che danno molto fastidio…quindi ti invito a pesare meglio le parole, soprattutto con persone che conosci, ma non conosci così a fondo da sapere come la pensa su certi argomenti…
Infine veniamo al commento al tuo post contro Che Guevara e pro Garibaldi.

Tu hai definito Che Guevara “Un vigliacco che usava altre persone.” L’hai definito più volte assassino. Però ammiri Garibaldi. Lui invece ha fatto l’Italia con la penna?
Forse che Garibaldi ha riunito i vari capi di stato e gli ha detto: “Signori, uniamoci e facciamo l’Italia”? Non mi pare…mi pare abbia detto: ”Qui si fa l’Italia o si muore”
Si muore…capito?
Mi pare che anche lui abbia riunito attorno a se dei soldati per unire l’Italia…aspetta…com’è che si chiamava…ah sì…la “Spedizione dei mille”…non si chiamava di certo la “spedizione delle cartoline”…

Quindi…il mio ragionamento non è del tipo “hai torto” o “hai ragione”…il mio ragionamento serve per farti capire che come odi Che Guevara, dovresti odiare Garibaldi…ah certo…Garibaldi ha fatto l’Italia…gran capolavoro!!!
Dovresti odiare non solo Garibaldi, ma anche tutti i patrioti internazionali…inizio l’elenco?
Ma sì: Zapata, Pancho Villa, Sub-comandante Marcos, la resistenza spagnola contro Franco, i partigiani italiani, Simòn Bolivar, le varie rivoluzioni (perché come disse Mao: “La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria,non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La rivoluzione è un atto di violenza”), compresa quella americana e di conseguenza Washington. E la finisco qui per non allungare troppo il discorso.
Il succo è: secondo il tuo ragionamento tutti i patrioti sono assassini…e come tali vanno schifati. Garibaldi no…Garibaldi è diverso perché ha fatto l’Italia.

Io in questo post non sto denigrando Garibaldi…lungi da me!!! Sto solo cercando di farti capire che ogni tanto ti contraddici, secondo il mio modesto punto di vista.

Epilogo

Come epilogo ho pensato di mettervi un testo di Battiato: “Povera patria”

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene
quello che fanno; e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Si può sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.