domenica 30 marzo 2008

Libertà


È incredibile come poche parole al momento sbagliato possano cambiare l’umore di una persona per giorni e giorni. Basta un nome affiancato ad un altro e tutto cambia…pensavi di esserne uscito…di aver superato tutti gli ostacoli e di poter finalmente ritornare a vedere la luce quando FRAN un nuovo muro, una piccola frana ti si propone davanti al tuo cammino.
Tu eri già lì a goderti il successo, a pensare al sole caldo sulla tua pelle, avevi anche smesso di dirti dentro di te “Un passo in meno, un passo in meno” quando l’impensabile (o meglio l’inaugurabile)accade.
È una cosa che oltrepassa lo scibile umano…non ci puoi fare niente…e tu torni di nuovo nel buio più profondo…scaraventato di nuovo nell'oblio e negli abissi dell’anima…dove sei solo tu e il magone…magone della consapevolezza di essere stato a un passo dall’aria aperta, magone per non esserci riuscito quando sembrava fatta, magone per dover iniziare di nuovo tutto da capo, magone perché adesso sei anche consapevole che…ti eri sbagliato!
Ed ora ti ritrovi al buio, senza speranza, e ti rannicchi afferrandoti le ginocchia per riscaldarti un po’…hai paura e senti il freddo che piano piano ti invade…sale dalle parti distali del tuo corpo…e tu sai che prima o poi il gelo raggiungerà anche il tuo diaframma…ed allora sarà la fine!
No!
Non finirà così!
È vero…sei risprofondato più in basso di prima…ma non hai mai smesso di lottare! E certamente non inizierai ora…nel momento più difficile e nel posto più buio della tua anima…sarebbe la fine!
Ti rialzi, ti batti le mani sulle gambe…come per prepararti a una lunga corsa…per riscaldarti e darti carica…senza rendertene conto ora le mani battono ritmicamente sulle gambe, sul petto, tra di loro…e senza nemmeno accorgertene parti…più veloce che mai…perché sei stanco di essere al buio, solo insieme alla carogna di te stesso.
Ma oramai non ci pensi più…stai correndo di nuovo…è questo che conta! Hai anche le lacrime agli occhi…ma non per la tristezza o per qualche altro strano sentimento…ma perché stai andando veloce…l’aria fredda ti taglia il viso…ma tu te ne freghi…e imperterrito continui a correre…sai che questa volta ce la farai! Schivi gli ostacoli. Salti i dirupi del tuo Io. E di nuovo inizi a sentire uno spiffero caldo…”Il di fuori…chissà com’è cambiato…è tanto che non lo vedo…”
Ma ora ti prende una sensazione nuova…la consapevolezza di potercela fare…e con essa una nuova paura…quella di potercela fare!
Senza accorgertene rallenti…rallenti…r a l l e n t i…r a l l e n t i…ti stai quasi fermando…
“E se fuori fosse cambiato tutto? E se non esistesse più il mondo che conoscevo? Cosa farei? Cosa devo fare?”
Hai il fiatone e inizi a tremare…ma non hai freddo…è il panico! Panico del nuovo…panico di vedere realizzato il tuo sogno più recente…perché se realizzi il sogno…cosa ti rimarrà da fare…diventerai inutile…non avrai altro scopo nella vita! E ti trasformerai in un immobile statua di cera, immagine di te stesso…inutile al mondo ed alle tue dita.
Non riesci più a dominarti…cazzo! Eppure vedi la meta lì ad un passo…basta uno sforzo infimo rispetto a quello che hai fatto…eppure sei bloccato…sai di poter volare fuori dall’incubo e dalla prigionia…ma non lo fai!
E rimani lì…in bilico fra vita e non-vita, indeciso dal primo battere del cuore fino ai ritmi più brevi dell’ultima emozione…fino all’ultimo secondo del tuo tempo…e invecchierai…e morirai…così…rannicchiato…afferrandoti le ginocchia per riscaldarti un po’.

mercoledì 19 marzo 2008

...tra la via Emilia e il West...

Dopo un soggiorno di qualche giorno nella mia Bologna mi è venuta una gran nostalgia della Dotta. Per questo dedico questa canzone a Bologna, dove ho lasciato molti amici e una parte di cuore.

Piccola città, bastardo posto,
appena nato ti compresi o fu il fato che in tre mesi mi spinse via;
piccola città io ti conosco,
nebbia e fumo non so darvi il profumo del ricordo che cambia in meglio,
ma sono qui nei pensieri le strade di ieri, e tornano
visi e dolori e stagioni, amori e mattoni che parlano...


Piccola città, io poi rividi
le tue pietre sconosciute, le tue case diroccate da guerra antica;
mia nemica strana sei lontana
coi peccati fra macerie e fra giochi consumati dentro al Florida:
cento finestre, un cortile, le voci, le liti e la miseria;
io, la montagna nel cuore, scoprivo l' odore del dopoguerra...

Piccola città, vetrate viola,
primi giorni della scuola, la parola ha il mesto odore di religione;
vecchie suore nere che con fede
in quelle sere avete dato a noi il senso di peccato e di espiazione:
gli occhi guardavano voi, ma sognavan gli eroi, le armi e la bilia,
correva la fantasia verso la prateria, fra la via Emilia e il West...

Sciocca adolescenza, falsa e stupida innocenza,
continenza, vuoto mito americano di terza mano,
pubertà infelice, spesso urlata a mezza voce,
a toni acuti, casti affetti denigrati, cercati invano;
se penso a un giorno o a un momento ritrovo soltanto malinconia
e tutto un incubo scuro, un periodo di buio gettato via...

Piccola città, vecchia bambina
che mi fu tanto fedele, a cui fui tanto fedele tre lunghi mesi;
angoli di strada testimoni degli erotici miei sogni,
frustrazioni e amori a vuoto mai compresi;
dove sei ora, che fai, neghi ancora o ti dai sabato sera?
Quelle di adesso disprezzi, o invidi e singhiozzi se passano davanti a te?

Piccola città, vecchi cortili,
sogni e dei primaverili, rime e fedi giovanili, bimbe ora vecchie;
piango e non rimpiango, la tua polvere, il tuo fango, le tue vite,
le tue pietre, l'oro e il marmo, le catapecchie:
così diversa sei adesso, io son sempre lo stesso, sempre diverso,
cerco le notti ed il fiasco, se muoio rinasco, finchè non finirà...


p.s.: Ho deciso di mettere "Piccola città" e non "Bologna" come sarebbe stato più semplice per il fatto che in "Piccola città" si sente molto meglio (a mio avviso) la nostalgia fatta di ricordi...o semplicemente perchè in questo momento la sento più mia (e adesso faccio caso che a Bologna invece sentivo molto più mia "Bologna"...chiedo scusa per le ripetizioni che possono creare confusione)

giovedì 13 marzo 2008

La sai l'ultima?

Chiedo scusa…ma non riesco a rimanere imparziale (se mai ci sono riuscito nei post precedenti) dopo l’ultima esternazione del nostro amatissimo ex presidente del consiglio.
Non la sapete? Ve la riporto:
“I Precari? Sposino mio figlio o un ricco se vogliono star meglio”
Ora non so se le parole precise fossero queste…ma il senso sì. Sono rimasto senza parole quando l’ho letto…e sto da 10 minuti davanti lo schermo del pc a pensare cosa scrivere…Sono tanti i pensieri che mi passano per la testa in questo momento…non so da dove cominciare. Forse è meglio iniziare dal principio.
In principio era il Verbo…ops…forse così è troppo.
È l’ennesima “battuta” buttata lì per fare il simpa…che sagomaccia il nostro vecchio amico Silvio! Ma secondo me abbiamo diversi piani di lettura per questa “battuta”.
1) Demenza senile: non dimentichiamoci che il nostro amico non è più giovanissimo…sì…vabbè…la vita si è allungata…ma 71 anni sono sempre 71 anni!
2) Distrazione: il suo neurone era intento a pensare alle tette della Canalis e quindi ha perso momentaneamente il controllo delle labbra…d’altronde lo compatisco…il neurone intendo…da solo deve gestire milioni e milioni di impulsi nervosi…la Canalis, il Milan, la Canalis, la Mediaset, la Canalis, i vari processi ancora aperti, la Canalis, le boiate da inventarsi durante la campagna elettorale, la Canalis, fare il bagno al suo cagnolino, la Yespica (ogni tanto bisogna cambiare…), la Canalis…e così via.
3) E per finire…l’interpretazione di cui ho più paura: lo pensa veramente.
Ho letto anche alcuni commenti su internet a questa esternazione. C’è anche chi dice: “Ma dai…stava solo scherzando”, “Era solo una battuta”…a questo punto io dico…può essere che lui possa fare battute del genere (e insieme a questa aggiungo il “Chi vota a sinistra è un coglione” e basta...per non farla troppo lunga) e se invece noi comuni mortali facciamo una battuta anche sciocca veniamo indicati come sessisti, classisti, razzisti?
Non dimentichiamoci che lui ha rappresentato l’Italia (mi costa fatica dirlo)…e adesso rappresenta circa la metà degli italiani…ma davvero ci sentiamo rappresentati da questa macchina-sparastronzate? Davvero vogliamo far ridereil mondo? Devo ricordare le mille figure di merda che ci ha fatto fare all’estero? Devo ricordare le corna e il “kapò” dato a Schultz?
Per concludere vorrei fare 2 citazioni. La prima da Giorgio Gaber e la seconda da Fiorenza Cianci (mia cara amica)
“…e vorrei dire, mi pare a Platone,/che il politico è sempre meno filosofo e sempre più coglione!”
“Non ho parole…solo parolacce.”

lunedì 3 marzo 2008

Par-condicio e Par-macotto

Ebbene sì. Non sono riuscito a trattenermi dallo scrivere qualcosa riguardo questa situazione politica che ci circonda. Ma mi sovviene un dubbio: posso scrivere di politica anche se siamo in par condicio? Vabbè…io scrivo…poi si vedrà.
Innanzi tutto vorrei premettere che cercherò di non entrare nei meriti (o demeriti) dei programmi elettorali (anche perché ho cercato di informarmi il meno possibile su questo argomento…dato che la mia unica fonte di notizie a Teramo era la TV…e come è noto i TG italiani parlano solo di Olindo e Rosa, tette e sport), ma vorrei fare un discordo più generico e “qualunquista”.
In secondo luogo mi sembra doverosa una spiegazione riguardo il titolo. Il titolo non è dovuto alla facile battuta che fanno schifo entrambi, ma ad un aneddoto che si racconta dalle mie parti (e forse con nomi e riferimenti diversi anche in altre parti d’Italia).

Leggenda narra che nelle ultime elezioni politiche in un paesino del teramano, chiamato Castellalto (per chi non lo sapesse: Teramo fa provincia e fa parte dell’Italia…nonostante abbia una lingua (lu teramàn) e una moneta (li sòld) propria) un signore di ignota provenienza e fazione politica abbia consegnato una scheda nulla. Questa scheda conteneva una fetta di prosciutto cotto e vi era scritto sopra in dialetto:”V’ sat magnàt tutt’ cos, mò magnàt’v pur quòs” che in lingua italiana potrebbe essere tradotto in “ Vi siete mangiati tutto, ora mangiatevi pure questa”.

Da qui è partita una mia riflessione, o meglio un flusso di coscienza, dato che è avvenuto in pullman, non avevo un cazzo da leggere (avevo appena finito il Dylan Dog),stavo ascoltando “Io, se fossi Dio” di Gaber e che il pensiero è partito dalla politica ed è andato a finire sulla pallavolo, con un volo che nemmeno io ricordo. Quindi, per non annoiarvi troppo, vi parlerò solo del flusso di coscienza politico.
Mi è venuto da riflettere innanzi tutto sui nomi e sugli slogan dei 2 partiti maggiori.
In questi giorni si è parlato molto di plagio dello slogan usato da Veltroni nella sua campagna elettorale. “Si può fare”.
Si è detto che l’abbia preso da Obama, il quale si è “ispirato” al premier (non vorrei dire una cazzata) Kazako. Persino il programma TV “Amici” ha fatto una canzone con questo slogan. Ma io vorrei ricordare che prima ancora questo “slogan” è stato usato da Mel Brooks nel celeberrimo film “Frankenstein Junior”.
In questo caso si assolverebbe Veltroni dal copiare Obama (dato che il famosissimo “Si può fare” del film in lingua originale è “It could work” e non “Yes, we can” del candidato americano)ma mi sembra che si possa parlare di plagio dal film. Volendo potremmo vederci anche un’altra somiglianza: il Dottor Frankenstein vuole far resuscitare un morto; Veltroni pure…
Per quanto riguarda Berlusconi invece, vorrei dire che secondo me si crede sempre più Jàs’ Crìsht (trad.: Gesù Cristo). Il suo slogan mi ricorda tanto…ma tanto la frase detta da Gesù davanti al sepolcro: “Lazzaro, alzati e cammina!”. Tra un po’ dirà anche “Lasciate che i bambini vengano a me” e “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
In più quando l’altra volta ho sentito di sfuggita pronunciare PdL alla TV, ho pensato:”Cazzo è successo che in tv parlano di Piano della Lenta (dai teramani abbreviato in PdL per comodità)???”.
Poi ho scoperto che si trattava dell’abbreviazione del “Partito delle Libertà”. Dopo avermi tolto il gusto di urlare a squarciagola “Forza Italia” per tutti questi anni e soprattutto durante gli ultimi mondiali, ora non sarò più nemmeno libero di dire che vengo da PdL. Maledetto!
Qui il flusso di coscienza ha avuto una piccola deviazione e riprendo a pensare riguardo a quanti candidati Premier abbiamo. Berlusconi, Bertinotti, Boselli, Casini, Corrao, D’Angeli, De Luca, De Vita, Di Dio, Ferrando, Ferrara, Fiore, Galizia, Graziani, Mastella, Montanari, Quartana, Rabellino, Santanchè, Saya, Stefanoni, Veltroni, Vestuto (in rigoroso ordine alfabetico)…mancano solo Albano e Topo Gigio! Letta da un telecronista sportivo potrebbe sembrare la formazione dell’Italia:
“L’Italia scende in campo con Ferrara in porta (una sicurezza…la occupa tutta), difesa a quattro con Quartana, Veltroni, Corrao e Santanchè. A centrocampo si posizionano De Vita davanti alla difesa, Fiore e Mastella sulle fasce e Berlusconi a supporto delle 2 punte Bertinotti e Casini.”
Come possiamo essere credibili con 23 (dico…23!!!) candidati Premier? Non dico che bisogna avere il bipolarismo come in America…ma diamoci una controllata! Mi tocca dare ragione a Veltroni e Berlusconi (ho scritto davvero quel che ho scritto?!?!?!?Ragione a Berlusconi?!?!?!?!?!) quando dicono di non disperdere il voto…ma a differenza loro penso sia meglio concentrare non su 2, ma su 4 partiti il proprio voto…sarebbe impensabile escludere dalle forze politiche in gioco forze come la Sinistra Arcobaleno e l’Unione di Centro.
È proprio vero….sta legge elettorale fa proprio schifo!!! D’altronde se lo dice anche chi l’ha scritta…per chi non lo sapesse è stata scritta da Calderoli, simpatico e sempre paonazzo (non si sa se per vergogna o perché sia costantemente ubriaco) faccione visto spesso aggirarsi in osterie del nord gridando “Roma ladrona” e “Noi ce l’abbiamo duro”.

Bisognerebbe mettere uno sbarramento…ma contemporaneamente bisognerebbe fare molti altri cambiamenti…ma di questo parlerò la prossima volta, quando ne saprò un po’ di più riguardo i programmi e le promesse che non verranno mantenute (pare che Berlusconi si sia messo insieme a Bondi, Schifani e alla Brambilla per cercare le 7 sfere del drago per esaudire i loro…ehm i nostri desideri).