martedì 11 novembre 2008

Piacevolmente confuso


Sai, sono strani giorni. Giorni in cui mi chiedo, senza trovare una risposta, cosa succederà. Cosa sarà di quello che mi porto dentro. Di quello che vorrei dire e non oso dire…o forse non sono capace di dire. O più semplicemente credo di dover dire.

Sono strani giorni in cui mi sento piacevolmente confuso. Giorni ovattati. Giorni in cui il cielo ha qualche cosa di infernale. Giorni in cui credo di poter volare, ma poi mi rendo conto che devo restituire le ali prese in affitto. Breve estasi di un momento.

Sono strani giorni in cui sembra di essere caduto in un baratro senza fine. Giorni in cui troppo ho osato e le ali sciolto. E precipito roteando verso l’inevitabile suolo.

Sono strani giorni in cui tutto questo si mescola e si esprime. Giorni di altalena.

Sono strani giorni in cui vorrei tanto tornare a quei tempi, quando bastava un’altalena con le catene arrugginite per farti divertire. E gridare: “Più in alto, papà! Più in alto!”

Ora altra è l’altalena e altri sono i gridi che escono dalla bocca lacerata. E non so se voglio andare più su o scendere.

Sono strani giorni.

Proprio strani.

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