sabato 19 aprile 2008

Come l'è bela Fiorenza la note


Eccoci qui, davanti al computer…dopo una serata iniziata magoneggiando e passata attraverso un kebub (o kebup), una birra e un sidro, una chiacchierata sul ponte di Santa Trinita e un gelato da Grom.

Eccoci qui a scrivere quella che è stata la nostra prima serata insieme per Firenze dopo più di 2 mesi di convivenza.

Eccoci qui che finalmente cerchiamo di vivere il presente ricordando soltanto il passato più prossimo.

Vi chiederete: ma questi altro di meglio non hanno da fare che abboffarsi di roba da mangnà (come si dice dalle mie parti…e anche da quelle sue)? ebbene no, lettori cari, noi si è anche andati a corricchiare prima di cena da bravi sportivi quali non siamo, attraversando la bella Firenze e rischiando il soffocamento per polline fino a piazzale Michelangelo che domina dall’alto la città.

Con un po’ di affanno e molto fiatone siamo arrivati e tornati sani e salvi senza mostrine o medaglie ma con la soddisfazione di averlo fatto…e con la sensazione di poter fare ben altro...ci sentivamo invincibili! Doccia rigenerante durata una vita…troppo poco…e via…subito di nuovo in strada alla ricerca di cibo…come novelli preistorici, a caccia di un kebabbaro.

Il kebbabbaro, che risulta essere un kebbabbaro e non una piacente kebbabbara come ci si era figurati prima di uscire, ci fa alla velocità della luce due pseudo piadine che ci sono costate una cifra (ma sorvoliamo che si sa che qui a Firenze la vita l’è cara). Deciso: si mangia in piazza. Guarda caso: piove! Bene, ci si ripara alla bell’e meglio sotto cappuccio e/o folta capigliatura riccioluta (sempre meno folta di prima!) e si va alla ricerca di alcool, per dimenticare le sventure presenti (ma si scherza!). Quindi passato l’australiano che vende succo di kanga-roo in lattina andiamo al Williams di stampo decisamente più britannico.

Repentino sguardo alle ragazze vicino al bancone e domanda fatidica…”Bancone…vero?!”. Ci sediamo…”Cosa vi do?” “Per me un sidro” “Pinta?” “Pinta” “E per te” “Pinta di bionda”.
“Alla salute”. Le tipe vicino a noi erano proprio carine, una moretta in particolare viene notata da entrambi…”A chi non ce la da!”.
Commenti sulla cameriera (camerieeeeeeeeeeeraaaaaaa!): ”Molto carina” “Ha una cosa che non trovo affatto femminile in una donna. Vediamo se lo capisci al volo” “Mmmmmmmmmmm” “Ha le spalle più grosse del culo!” “Cazzo che vista” “Le ho fatto la radiografia…no…l’avevo notato anche l’altra volta”.
Entrano altre tipe…lo sguardo di entrambi viene subito rapito da una moretta straniera appena entrata nel locale e messesi vicino a noi.
Cazzo che culo che aveva!!!
“Che si fa? Passeggiata?” “Passeggiata”
E così si esce, colpiti dalla pioggia che ancora non dava sollievo alle nostre teste…e via di nuovo per strada.

Si decide per una passeggiata dillàdarno e ci si avvia con la pioggia in testa e l’alcool in circolo. Si ride, si cazzeggia, si rutta. Certa gente , dice lui, ci dovrebbe raggiungere in seguito presso un certa cioccolateria, quindi il gelato viene posticipato a orario da concordarsi. Si passa il ponte che poche ore prima si era passato correndo e si procede verso il Ponte Vecchio (per buttarsi in Arno, canticchio io tanto pe’ ride). Le solite scolaresche truzze lo affollano facendosi foto su foto e noi, schivi, un po’ in disparte, viviamo nascosti. Si continua: Palazzo Pitti, Santo Spirito, chiesa pittata con i classici drogatelli in piazza, dunque San Frediano, con la birreria artigianale, questa volta (e solo questa volta) disertata per le pessime condizioni psico fisiche di me. Si fa i deficienti zigzagando sotto la porta San Frediano (ma perdonateci: siamo solo dei poveri universitari) e si continua verso l’arno. Nel frattempo si cantano stornelli international (teramo-marche-osterie nazionali).

E si arriva in quel di ponte Santa Trinita, che per chi non lo sapesse è stata progettata per riprodurre il più fedelmente possibile la condizione naturale. L’autore ha teso una catena tra le due sponde dell’arno e la curva che la catena naturalmente crea a causa della gravità è stata ribaltata per formare la linea del piano stradale.
Ci si siede e si parla un po’. Si parla un po’ del passato, troppo passato per essere ricordato in codesta sede…è passato facciamocene una ragione!!!
Ci si alza…io a momenti mi ingroppo una vecchia a causa della fretta del mio esimio compagno. Si torna diqquaddarno, si prende il lungarno verso Ponte Vecchio e si passa sotto un albergo…stradine interne e film anni 30 proiettato in un baretto molto snob…scritta passa sullo schermo…leggo solo “And now…” e naturale scatta in me l’istinto di cantare la sinatriana "My Way"...cazzo che bella.
La cerco su mio lettore e nel frattempo ci si va a sedere vicino a quel cinghialone del porcellino…trovata!!! La si sente…fino al mio verso preferito: “Yes, there were times I’m sure you knew, when I bit off more than I could chew…”
Arriva un messaggio….”Ci si fa tardi…voi ci sarete ancora?”. Risposta: “Penso di no…ci sentiamo per domani”.

Mettiamoci l’animo in pace e andiamo a prendere quel cazzo di ggelato che sto in una cazzo di crisi di astinenza da zuccheri! Bene, gelato con yogurt (acido come a me!) e cioccolato amaro (amaro amaro come le sventure presenti) da una parte, dall’altra bacio (owh! Che tenero) e crema (owwwwwhh!)… si manduca sotto la porta della navata destra dirimpetto al mausoleo, ops, battistero “mi sono sbagliato a ddire!” mo si dice così, vabbè! Si ragiona un po’ sul fatto che il battistero è davvero zozzo zozzo e quindi una bella passatina di acido muriatico ci farebbe proprio bene! Quindi, gettate via le coppette, si ritorna bel belli a casa, rendendoci conto che si è fatto talmente tardi che alla fine potevamo pure raggiungere quella certa gente. Solo che adesso c’è preso sonno e anche la proposta di andarci a mischiare tra una folla di turiste straniere mezze ubriache appare stranamente poco allettante (bhe… diciamo così). Aperto il pesante portone di via dei cimatori 10 si torna a casuccia.

Ed eccoci qui, per niente avvinazzati a scrivere della serata, mentre fuori cadono fasci di luce dal cielo, come danze di colori in un cielo troppo grigio da poter essere ricordato…anche se è passato recente.

Ed eccoci qui, che ci alterniamo all’ iPod per mettere musica mentre l’altro scrive, così che le nostre dita si possano muovere su quel tappeto vellutato fatto di pentagramma e note.

Ed eccoci qui, che vi abbiamo raccontato ormai tutto, e vi auguriamo buonanotte.

21 commenti:

livio15 ha detto...

Ma è uguale a quello di Andrea !! potevi differenziare, dare una visione alternativa.

Anonimo ha detto...

l'abbiamo scritto a 4 mani...quindi abbiamo deciso di pubblicarlo esattamente uguale...tranne per l'ultima foto...

Anonimo ha detto...

c'è qualcuno che pensa siamo la stessa persona??

Anonimo ha detto...

Sì...questa idea fu inizilmente lanciata da francescooh...ma oensavo fosse stata abbandonata...

Anonimo ha detto...

che noia... ora matteo se n'è uscito che io sono una certa claudia... vebbè...

Anonimo ha detto...

eheh
lo so...ha scritto il commento davanti a me...è a casa mia...
vuoi sapere la mia teoria che ho appena detto a matteo?

Anonimo ha detto...

certo...

livio15 ha detto...

Curiosità....

Anonimo ha detto...

poi voglio dire... non li vede i commenti che scrivi? e che c'è qualcun altro che da un altro pc risponde? bo... comunque dai, esponi la teoria...

Anonimo ha detto...

allora...secondo me sei un omone di 45 anni circa, con la pancia e la barba incolta che si sta divertendo a farci scervellare...
eheh

Anonimo ha detto...

ah...e ti chiami Franco o Goffredo

Anonimo ha detto...

sono una donna che non ha potuto votare, secondo le esatte previsioni di francesco sono 1,68-70, capelli castani, occhi marroni che quando piango diventano verdi... e non mi chiamo nè franca nè goffreda :)

Anonimo ha detto...

mmmm e se non hai né quindici anni né diciasette e non voti quanti anni che c'hai? davvero non ti chiami goffreda o franca? e come? suvvia

Anonimo ha detto...

quanti ne dimostro dai miei ragionamenti e commenti (passatemi almeno il fatto che sono un pò bacata però...)? no, per fortuna non mi chiamo nè goffreda nè franca, non ho la faccia nè da goffreda nè da franca. e poi mio padre ha avuto più fantasia :)

Anonimo ha detto...

ti chiami esmerlda? talia? desdemona? ermengarda? ermenegilda?
eheh

Anonimo ha detto...

quasimoda... no, si è richiamato al passato ma fortunatamente non ha partorito (nella sua mente) nulla di ciò

Anonimo ha detto...

ma antico tipo cleopatra, poppea o messalina? o antoco tipo giuseppina, ersilia, mafalda, teresa o antonietta?

Anonimo ha detto...

mmm... ma basta, il mio nome è Pantera, questo basta e avanza :D

Anonimo ha detto...

anche io ho mangiato kebab... 2 venerdì sera e uno ieri sera... buono!

livio15 ha detto...

Anchio adoro i kebab, ne ho uno vicino scuola e quando posso vado. Ma ..occhi verdi quando piangi ? verde primavera o dolce prato d'autunno ? e i tuoi occhi color del bronzo colpiti dai puri raggi del sole quali riflessi emanano o mio dolce felino ?

livio15 ha detto...

sul bacato ce la giochiamo.